La California continua a cercare metodi per spezzare il gioco della siccità. A onore dl vero lo stato americano ha tradizionalmente sempre dovuto confrontarsi con la carenza del cosiddetto oro blu, ma il più recente arco siccitoso – che gli scienziati hanno riconosciuto come il triennio più arido di sempre – continua a trascinarsi nella polvere rendendo necessario l’approvazione di nuove misure. Una di queste, la più recente, consiste nell’approvazione di regole che consentono alle agenzie idriche di riciclare le acque reflue e di immetterle nei tubi che trasportano l’acqua potabile nelle case, nelle scuole e nelle aziende.
Fare di necessità virtù, in altre parole. Se non c’è acqua a sufficienza è imperativo ingegnarsi per fare bastare quella che è disponibile. Alle luce di queste ultime novità, però non possono che tornare alla mente le parole di Sir James Bevan, capo dell’Agenzia per l’ambiente per il Regno Unito, che nell’agosto del 2022 paventò la necessità di essere “meno schizzinosi” quando si tratta di acque reflue.
Dall’acqua di scarico a quella potabile: l’ultima trovata della California
Ma torniamo ai nostri amici a stelle e strisce. È notare, prima di proseguire, che di fatto la California utilizza le acque reflue riciclate da decenni: gli Ontario Reign, squadra di hockey di lega minore, le impiega per produrre il ghiaccio che compone la loro pista di pattinaggio; stazione sciistica di Soda Springs, vicino al lago Tahoe, le usa per produrre la neve; e gli gli agricoltori della valle centrale, dove vengono coltivate gran parte delle verdure, della frutta e delle noci del paese, se ne servono per irrigare i loro raccolti.
La siccità, dicevamo, è sempre stata un vicino di casa noto a tutti – silenzioso, a tratti forse addirittura furtivo, ma sempre pronto a fare capolino. Ora la crisi è così profonda che, oltre a mutilare pesantemente le rese agricole, si è perfino arrivati a vietare la pesca del salmone per preservare la popolazione locale decimata dalla crisi idrica.
Da qui l’idea di rendere potabili le acque reflue, o se preferite di scarico. Le autorità di regolamentazione hanno impiegato più di un decennio per formulare una regolamentazione precisa, chiedendo il parere di diversi gruppi di scienziati indipendenti. Il voto è stato appoggiato da alcune delle più grandi agenzie idriche dello stato, che hanno tutte in programma di costruire enormi impianti di riciclaggio dell’acqua nei prossimi anni.
Numeri alla mano, si calcola che il distretto idrico metropolitano della California meridionale, che serve 19 milioni di persone, punti a produrre fino a 150 milioni di galloni (quasi 570 milioni di litri) al giorno di acqua riciclata sia diretta che indiretta; mentre un progetto con sede a San Diego fino a 150 milioni di galloni (quasi 570 milioni di litri) al giorno di acqua riciclata sia diretta che indiretta.
“Viviamo in California, dove la siccità è costante. E con il cambiamento climatico la situazione non potrà che peggiorare” ha commentato Kirsten Struve, assistente ufficiale della divisione per l’approvvigionamento idrico presso il distretto della valle di Santa Clara. “Stiamo parlando di una fornitura resistente alla siccità di cui avremo bisogno in futuro per soddisfare le richieste delle nostre comunità”.