Pensare che il mondo del vino – o più in generale quello dell’agricoltura, a dire il vero – non debba necessariamente confrontarsi con il cappio del cambiamento climatico significa peccare di ingenuità. D’altro canto è bene notare la matrice climatica è l’ingrediente più impattante sulla salute – in termini di quantità, certamente; ma anche di qualità – di un’annata, e dunque è nell’interesse collettivo dei produttori renderla meno volatile, meno irregolare, meno imprevedibile.
Una interessante iniziativa in questo senso arriva dalle vigne della Borgogna, dove il Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne (o BIVB per gli amici) ha di recente presentato un esteso piano di azione declinato secondo la legge della sostenibilità. Individuare l’obiettivo pare sia stato semplice: dimezzare le emissioni dei gas serra nei vigneti entro il prossimo decennio.
Vino tra sostenibilità e futuro: il caso della Borgogna
Il piano del Bureau Interprofessionnel des Vins de Bourgogne, che tra parentesi è di fatto una associazione che raccoglie a sé 266 négociant, sedici cantine cooperative e 3.577 aziende vinicole incastonate in lungo e in largo nel territorio, affonda le proprie radici in un lungo studio che ha permesso di calcolare l’impronta di carbonio del settore, identificando le voci più “pesanti”.
Voci che, stando a quanto riportato dai colleghi di Wine News, comprendono soprattutto imballaggio (30% del totale), merci (13%), mobilità (26%), azienda vinicola (5%), viticoltura (11%), rifiuti e altri. A questo punto il piano Objectif Climat (traducibile in “obiettivo clima“: un nome più che eloquente, converrete) è ufficialmente entrato in una nuova fase, consistente nella catalogazione delle voci appena citate in una serie di obiettivi da perseguire (con un totale di 41).
Per quanto concerne il capitolo dedicato al micromondo del packaging, ad esempio, spicca la volontà di alleggerire le bottiglie, di standardizzarne la gamma e di usare eco-design per la loro produzione. A ogni passo, come potrete certamente avere intuito, è stato accoppiato a una stima della riduzione. Facciamo qualche esempio: numeri alla mano, si è calcolato che alleggerire tutte le bottiglie di tutta la regione della Borgogna potrebbe risultare a una riduzione di 19 mila tonnellate di anidride carbonica all’anno, equivalente grossomodo a più di diecimila voli di andata e ritorno da Parigi a New York.
Tali obiettivi sono a loro volta stati suddivisi in azioni pratiche: “Si tratta di raccomandazioni per gli operatori del settore, alcune delle quali possono essere attuate immediatamente” ha spiegato a tal proposito Jean-Philippe Gervais, capo della divisione tecnica della BIVB. “Un esempio è creare una gamma di bottiglie standard che possano essere riutilizzate”.
Il piano della Borgogna, in altre parole, è un mosaico di iniziative poggianti su solide stime matematiche – un utile termometro per valutare la riuscita dei propri sforzi. Ora, tuttavia, occorre mettersi al lavoro: “Questa è la parte più difficile” ha commentato François Labet, presidente del BIVB. “Passare dalla teoria alla realtà, senza ricorso al greenwashing. Abbiamo stimato che ridurre le nostre emissioni del 60% entro il 2035 sia un obiettivo raggiungibile”.