Buone notizie in arrivo per gli appassionati di birra. La Comagri, Commissione Agricoltura della Camera, ha infatti espresso parere positivo sulla riduzione delle accise dovute dai birrifici, che rientrerebbe quindi nel disegno della legge di bilancio 2025. Una novità che potrebbe avere ripercussioni positive sul prezzo al consumo della bevanda, e che coinvolgerebbe tanto i bevitori di prodotti artigianali quanto gli irriducibili della 66 al supermercato.
Le riduzioni
L’intervento rende strutturale e definitiva un’iniziativa già avviata nel biennio 2022/23, ossia la riduzione a 2,97 centesimi a grado plato (il grado plato è l’unità di misura della densità zuccherina del mosto prima della fermentazione, usata a fini fiscali), e prevede anche riduzioni di aliquota maggiori per i piccoli produttori, con una produzione annua non superiore ai 10mila ettolitri, per cui il taglio sarà del 50%, invece dell’attuale 40%. Per i birrifici più grandi l’aliquota sarà del 30% dai 10mila ai 30mila ettolitri e del 20% dai 30mila ai 60mila ettolitri. Per capire quanto questi numeri influiscano sulla spesa finale, basti pensare che le accise influiscono in media di 80 centesimi sulla classica media alla spina, e circa del 40% sul prezzo della birra in bottiglia.
Approvazione trasversale
Gli attestati di approvazione dell’iniziativa sono decisamente trasversali. Alfredo Pratolongo, presidente di Assobirra, commenta così: “Desidero ringraziare le forze politiche di maggioranza presenti in Commissione Agricoltura della Camera per l’importante indirizzo espresso al Governo per rendere strutturale la riduzione delle accise a 2,97 euro per ettolitro grado plato, e ripristinare gli sconti per i birrifici artigianali fino 60 mila ettolitri”.
Anche Unionbirrai, associazione che raccoglie i birrifici artigianali e indipendenti, esprime soddisfazione attraverso le parole del suo direttore generale Vittorio Ferraris: “Riteniamo lodevole l’attenzione dedicata al comparto brassicolo. Il parere della Comagri ribadisce una proposta che il settore porta avanti da tempo e che, ci auguriamo, possa divenire realtà dopo diversi tentativi in differenti provvedimenti. Siamo consci della congiuntura economica e degli sforzi che il Paese deve compiere per riassettare i bilanci pubblici ma questi interventi, con un dispendio economico limitato, possono sostenere le piccole produzioni nazionali emergenti, proseguendo in un percorso iniziato negli anni scorsi”.
Resta da vedere se e quanto questa iniziativa porterà un po’ di sollievo ai portafogli dei consumatori.