Purtroppo i consumatori hanno dovuto imparare a convivere col fenomeno della shrinkflation, o inflazione nascosta: da quel malaugurato periodo del 2022 segnato dai rincari, quella che all’inizio alcuni consideravano una sensazione è poi stata confermata come tristemente reale.
Bibite da 45cl invece che da 66cl, pacchetti di patatine con dentro più aria che altro, merendine che nell’infanzia ricordavamo più grandi per poi renderci conto che non siamo cresciuti noi, ma si sono effettivamente ristrette loro. Un questione su cui ha deciso di intervenire il CNCU, Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, che ha incaricato Adoc, Assoutenti e Federconsumatori di rappresentarlo alla Commissione di allerta rapida, convocata dal Garante per la sorveglianza dei prezzi, meglio conosciuto come “Mister Prezzi”.
Le criticità da affrontare
Qualcosa era già stato fatto con le “Disposizioni in materia di riporzionamento dei prodotti preconfezionati”, una buona volontà apprezzata dalle associazioni di consumatori ma un’iniziativa insufficiente e limitata solo nel caso di packaging inalterato, facilmente aggirabile quindi realizzando nuove confezioni, anche solo leggermente diverse.
Inoltre, il prezzo non sempre è noto al momento del confezionamento, anzi può subire delle alterazioni nella fase di distribuzione e di vendita: occorre evitare che delle scontistiche temporanee mascherino delle riduzioni di quantità a monte. Anche l’obbligo di includere la dicitura “Questa confezione contiene un prodotto inferiore di X (unità di misura) rispetto alla precedente quantità” sembra poco efficace visto il limite temporaneo dei sei mesi dalla data di immissione in commercio del prodotto.
Le proposte
In una nota appena diffusa, Assoutenti propone, oltre alla correzione delle criticità indicate, tre iniziative per combattere le speculazioni. Introdurre l’obbligo per i produttori di mettere in evidenza la quantità di prodotto contenuto, destinando a ciò almeno il 15% della grafica presente sulla parte frontale (o la più evidente) del packaging; prevedere che la violazione o l’elusione di tale obbligo, nonché ogni pratica commerciale che possa trarre in inganno il consumatore sulle quantità di prodotto acquistate mediante accorgimenti sul confezionamento dei prodotti, sia una pratica commerciale scorretta o ingannevole, inserendo la stessa nell’elenco delle infrazioni previste dal Codice del Consumo, con tutto ciò che ne consegue anche in termini di vigilanza dell’AGCM.
Infine, disporre un opportuno sistema di vigilanza, per monitorare l’incidenza del fenomeno sulla spesa delle famiglie e per verificare la corretta applicazione delle norme, prevedendo opportune sanzioni per chi non rispetta le misure vigenti.