Il rapporto di Kamala Harris con il cibo potrebbe fare la differenza negli Stati Uniti

Non sarebbe una presidente da fast food, sembra dirci Kamala Harris. Come la candidata alla Casa Bianca sta usando il cibo come strategia in campagna elettorale.

Il rapporto di Kamala Harris con il cibo potrebbe fare la differenza negli Stati Uniti

La prima presidente donna degli Stati Uniti d’America potrebbe anche essere la prima capace di muoversi in cucina. La strategia di Kamala Harris, quasi sicuramente la candidata democratica alle presidenziali USA 2024, passa anche per i fornelli. Un articolo del New York Times di questa settimana racconta il suo rapporto con la cucina e il cibo, sottolineandone gli aspetti identitari e politici. Perché se a mangiare sono bravi tutti (Trump con i suoi hamburger, Biden col gelato), cucinare è un altro paio di maniche. E una qualificazione in più, specialmente se la ricetta da preparare è il futuro della nazione.

Kamala Harris in cucina

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In questo momento tutti, analisti, avversari e chiacchiericcio social, stanno dissezionando la figura di Kamala Harris. C’è la donna, la persona di razza mista, la candidata democratica. E poi c’è la cuoca. Una caratteristica finora inedita nella politica americana (specie quella bianca e maschile), figuriamoci nella corsa alla Casa Bianca. Con la vice presidente finalmente abbiamo qualcuno che in cucina sa il fatto suo, merito di un genuino interesse per il cibo e una calcolata dose di strategia.

È stata la mamma di Harris a insegnarle i rudimenti. “Mia madre mi diceva ‘Kamala, è chiaro che ti piaccia il buon cibo. Faresti meglio a imparare a cucinare” ha dichiarato in un’intervista al magazine Glamour del 2020. Ricordiamo che Kamala Harris è figlia di Shyamala Gopan Harris, originaria del Chennay in India; e di Donald J. Harris, giamaicano-americano.

Per Harris sfogliare siti web e libri di cucina è una passione e un modo per rilassarsi a fine giornata. Al Jennifer Hudson Show ha dichiarato che addirittura lei stessa vorrebbe un giorno pubblicare le sue ricette. In un’intervista a The Cut del 2018, quando era senatrice, ha dichiarato: “Anche se intorno a me c’è il caos e io sono sull’aereo minimo sei volte a settimana, l’unico modo per sentirmi normale è preparare il pranzo della domenica per la mia famiglia. Cucinare significa avere il controllo”.

Donne, politica e cucina

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Quello che per Harris oggi è un asset (una risorsa in più), per le donne della politica americana è stato un rischio, se non un disvalore. Perché se sei una donna e fai politica devi essere, beh, un uomo. Cucinare, fare la casalinga e badare ai figli sono valori tradizionali che mal si adattano alla vita in carriera. Chiariamoci, vanno benissimo per le first ladies che fanno campagna al marito, figure in perenne sottofondo utili a elevare il maschio in corsa. Ma se sei una brillante deputata o senatrice in cerca di voti per te, à la Alexandra Ocasio Cortez per esempio, è meglio tenersi ben lontano dal focolare.

In proposito il New York Times riporta lo scivolone dell’allora aspirante first lady Hillary Clinton, che nel 1992 difendeva la sua carriera dicendo: “Suppongo che avrei potuto restare a casa a cucinare biscotti per il tè, ma ho scelto il lavoro”. Apriti cielo: come osa una donna rinnegare il suo ruolo, e per estensione quello di tutte le altre? Quella volta, per ingraziarsi i voti delle casalinghe, l’America ha assistito a un’epica battaglia a suon di cookies tra Clinton e Barbara Bush.

Quello fra connubio e rottura totale tra donne, politica e cucina è un equilibrio fragile. Clinton ad esempio ha reiterato la famosa frase sui biscotti nelle elezioni del 2016. In quel caso cercava di qualificarsi come figura femminista in netto contrasto con il machismo di Trump (non è bastato, evidentemente). Nel 2020 invece la senatrice Amy Klobuchar ha utilizzato la ricetta dell’hot dish, piatto tipico del Minnesota, per assicurarsi i voti di New Hampshire e Iowa. E poi, nel 2024, arriva Harris.

La cucina come strategia

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Le capacità tecniche, la presenza video, le ospitate in tv e in programmi su Youtube sono solo alcuni dei canali attraverso cui Harris racconta e usa la sua cucina a fini politici. È del 2019 la clip in cui Harris spiega in dettaglio ai reporter MSNBC come preparare il tacchino del Thanksgiving. Del 2020, in piena pandemia e campagna elettorale, la serie di corti YouTube ‘Cooking with Kamala’.

Non mancano le celebrità, anche in campo culinario. Dall’Instagram Live con chef José Andrés a tema uova; alla lezione social a Tom Colicchio su come preparare le polpette; al video YouTube con l’attrice Mindy Kaling per condividere ricette tipiche del sud dell’India. Harris si muove con naturalezza e usa l’ampia camera di risonanza mediatica per avvicinarsi al pubblico e sensibilizzarlo su questioni come food security, agricoltura, ristorazione.

Gli intenti di Harris sono molteplici. Difendere la tradizione americana (ad esempio, con una ricetta a base di bacon e mele dell’Iowa rivolta agli elettori dello stato) e cosmopolita (con la sue radici culinarie). Difendere il buon cibo e la corretta alimentazione (di quattro anni fa il video in cui mostra una versione “elevata” del panino al tonno del collega democratico Mark Warner). Soprattutto, dimostrare che essere donna in carriera e cuoca è possibile: ci riusciamo tutte, perché non il prossimo presidente degli Stati Uniti?

Fonte: New York Times
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