Immaginatevi di essere ancora nella pancia di vostra madre, sospesi nell’abbraccio rassicurante dell’incoscienza: tutto è caldo e comodo, i concetti di affitto o caro bollette non vogliono ancora dire nulla… Una situazione idilliaca finché mamma non decide di mangiarsi un po’ di kale (o, per usare il suo nome italianizzato, di cavolo riccio). L’amaro è come un pugno in faccia. Piangereste, ma evidentemente non ne siete ancora in grado. Un racconto di fantascienza? No, è ciò che accade veramente: uno studio condotto da alcuni ricercatori della Durham University, infatti, ha osservato come, consumando certe verdure durante la gravidanza, i feti rispondano assumendo un’espressione comicamente corrucciata.
A onore del vero numerosi studi precedenti avevano già suggerito che le preferenze alimentari possano di fatto iniziare ancora prima della nascita, e influenzare addirittura la dieta della madre; ma è la prima volta che una ricerca osserva in maniera diretta la risposta dei bambini non ancora nati ai diversi gusti. In altre parole, gli autori dello studio – poi pubblicato sulla rivista Psychological Science – hanno notato che i gusti derivanti dalla dieta della madre erano di fatto presenti nel liquido amniotico: per approfondire se i feti differenziano sapori specifici, hanno poi esaminato le ecografie di una settantina di donne in gravidanza di età compresa tra i 18 e i 40 anni. A un gruppo è stato chiesto di prendere una capsula di cavolo in polvere 20 minuti prima di un’ecografia e all’altro è stato chiesto di prendere una capsula di carota in polvere; e a tutte è stato chiesto di astenersi nel mangiare altro nell’ora precedenti alle scansioni.
Il team ha quindi effettuato un’analisi fotogramma per fotogramma della frequenza di una serie di diversi movimenti facciali dei feti, comprese le combinazioni che suggerivano il ridere o il piangere; e hanno sottolineato come l’espressione di pianto apparisse circa il doppio delle volte quando la madre consumava una capsula di cavolo riccio rispetto a una capsula di carota (o nei casi in cui invece stava a stomaco completamente vuoto). Per di più, nei casi in cui la madre consumava una capsula di carota, i feti hanno adottato un’espressione che ricordava una risata circa il doppio delle volte rispetto a quando la madre ha ingerito una capsula di cavolo.