Ve l’avevamo detto: il 2020 può essere l’anno zero dei rider, con le discussioni sull’ipotesi di assunzione da parte delle aziende di delivery, finita oggi con l’abbandono a sorpresa di Assodelivery, l’associazione che riunisce i più grandi player del settore, da parte di Just Eat.
L’associazione (di cui fanno parte anche Deliveroo, Glovo e Uber Eats) aveva da poco firmato il contratto collettivo nazionale dei rider, che aveva causato scontento tra i lavoratori e i sindacati. Pur migliorando la condizione di lavoro dei rider, infatti (con la previsione di un compenso minimo orario, e garantendo loro una copertura assicurativa), il contratto continuava a considerarli come lavoratori autonomi, e non come dipendenti.
Ne erano seguite diverse proteste, in tante città in Italia, e una bocciatura da parte del Ministero del lavoro.
Proprio con il Ministero Assodelivery aveva in programma un incontro per provare a risolvere la questione, ma il colosso Just Eat ha deciso di defilarsi, annunciando l’intenzione di muoversi autonomamente per garantire a partire dal 2021 la possibilità ai propri rider di essere assunti secondo le tutele del lavoro dipendente.
Ancora da definire i termini delle nuove assunzioni promesse da Just Eat, ma da parte di Daniele Contini, country manager di Just Eat in Italia, arriva una rassicurazione storica per il settore: “I rider saranno retribuiti per il tempo effettivamente lavorato, a prescindere dalle consegne effettuate”.
“Questa è una svolta, perché fino a ora ci prendevano tutti come autonomi, quando in realtà non siamo autonomi ovviamente… Il loro era un metodo per non riconoscerci alcun diritto e alcuna tutela. Just Eat è l’unica ad aver fatto questo passo: Deliveroo, Uber Eats, Glovo e via dicendo continuano a volerci considerare come autonomi”, ha commentato Yiftalem Parigi, rider e sindacalista.
[Fonte: Il Fatto Quotidiano]