Joe Biden vuole mettere fine alla fame: associazioni donano più di 8 miliardi di dollari

Joe Biden vuole mettere fine alla fame: associazioni donano più di 8 miliardi di dollari

Joe Biden ha deciso di porre fine alla fame e ridurre le malattie collegata a una dieta scorretta. Alla luce di tali scopi, ecco che diverse società private e associazioni senza scopo di lucro hanno promesso di donare più di 8 miliardi di dollari per raggiungere tali obiettivi.

I donatori fanno parte di diversi ambiti: abbiamo industrie alimentari, aziende farmaceutiche, associazioni mediche, la seconda azienda di confezionamento di carne più grande del mondo, uno studio cinematografico, fondazioni filantropiche e anche università.

L’annuncio è arrivato proprio quando la Casa Bianca sta ospitando la prima conferenza sulla fame, la nutrizione e la salute da 53 anni a questa parte. Ovviamente da allora l’insicurezza alimentare è migliorata, ma rimane comunque incredibilmente alta nel paese: una famiglia americana su 10 nel 2021 lotta ancora per riuscire a sfamarsi, mentre il consumo di alimenti malsani trasformati e di malattie collegate alla dieta è aumentato in maniera esponenziale.

Nel discorso di Biden, il presidente si impegna a porre fine alla fame e a migliorare l’alimentazione entro il 2030. Per fare ciò, sono necessarie donazioni ai banchi alimentari del Paese, entità a cui fanno affidamento ogni mese decine di milioni di persone che non riescono a sfamare le proprie famiglie. Tuttavia non è ancora stato ideato un sistema che garantisca che i donatori rispettino i loro impegni.

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In pratica in molti dicono che aiutano, ma poi concretamente mancano strategie realmente efficaci che mirino a sradicare le disuguaglianze razziali, economiche e rurali che sono fra le principali cause di insicurezza alimentare. Per ovviare a ciò, bisognerebbe riuscire ad aumentare l’accesso al cibo sano e all’esercizio fisico. Nuovi studi sostengono che più del 35% delle persone in 19 stati sono obese, mentre un americano su dieci ha il diabete.

Qualcuno ha già promesso che farà qualche cambiamento:

  • la National Restaurant Association aiuterà 45mila ristoranti fra cui anche Subway, Burger King, Buffalo Wild Wings e Chipotle a creare pasti più sani per i bambini
  • Tyson Foods investirà 255 milioni di dollari per fornire alle banche alimentari prodotti proteici nutrienti e per ridurre il sale nei loro alimenti trasformati
  • Google lancerà una nuova funzione di ricerca che dovrebbe aiutare le persone a capire più facilmente se siano idonee a richiedere buoni pasto
  • l’app di delivery Instacart collaborerà con l’USDA per permettere ai clienti di usare buoni pasti e altri vantaggi. Inoltre lancerà una funzione che permetterà agli operatori sanitari e ai nutrizionisti di creare elenchi di cibi adatti per diete specifiche in determinate malattie
  • l’American Academy of Pediatrics e l’organizzazione no-profit Share Our Strenght si sono impegnate a fornire formazione specifica a tema insicurezza alimentare ai 67mila pediatri membri entro il 2030

Tuttavia non ci sarà la reintroduzione dei pasti scolastici gratuiti, misura introdotta durante la pandemia e che aveva ridotto l’insicurezza alimentare. Per ovviare a ciò, la FoodCorps, altra associazione senza scopo di lucro, si è impegnata a investire 250 milioni di dollari per ampliare l’accesso ai pasti scolastici per mezzo milione di bambini entro il 2030. E nel frattempo alcuni stati come il Maine e la California hanno già legiferato permettendo pranzi gratuiti universali.