Con il Covid, il noto imprenditore Joe Bastianich racconta che ha tutti i ristoranti chiusi. Siamo in una fase di cambiamento e adattamento, chi riuscirà, secondo l’ex giudice di Master Chef, a emergere da questa situazione di crisi?
Un tempo circolava la famosa battuta “Vuoi che muoro?” detta proprio dall’allora giudice Bastianich durante Master Chef 2, tra il 2012 e il 2013, che aveva fatto sorridere molti di noi. Ma quest’anno non si scherza: secondo il volto noto della ristorazione, per colpa del Covid-19 molti ristoranti sono in ginocchio, in tutto il mondo. In una recente intervista, Bastianich si racconta per parlare del suo ultimo libro, “Le regole per il successo“, finendo inevitabilmente per raccontare di come il settore della ristorazione e del food sia tra quelli che ha più risentito della crisi dovuta alla pandemia: “Dopo il Covid ho pochi ristoranti, anzi zero, sono tutti chiusi, chissà se riapriranno. Siamo praticamente in ginocchio“, ha raccontato Bastianich.
Già ad Aprile, il Restaurant Man aveva dichiarato che la pandemia sarebbe stata un disastro oltre a livello sanitario anche per l’economia, “di fronte al quale“, aveva aggiunto, “le conseguenze dell’11 settembre sono come chiacchiere al bar”.
Ora il celebre imprenditore della ristorazione e star della tv ha definito il Covid una sorta di “Darwinismo per i ristoranti“, intendendo appunto che soltanto i più forti o i più capaci ad adattarsi, saranno in grado di sopravvivere. Discutendo su qualche sua riflessione per il futuro, infatti Bastianich ha espresso un’equilibrata dose di scetticismo e speranza: “Il settore supererà questa crisi, ma è chiaro che alcuni non ce la faranno. È anche una fase di cambiamento e adattamento, si deve essere flessibili e capaci ci cogliere le opportunità che derivano da questa situazione”.
Sempre nella stessa intervista, ha parlato anche della situazione nei suoi ristoranti negli Usa: “ora al cliente oltre che buon cibo e servizio va trasmessa anche sicurezza. Difficile fare previsioni, i miei ristoranti in Usa, per esempio, sono ancora quasi tutti chiusi.”