Joe Bastianich: “Donald Trump è un pazzo, lo conosco”

Il presidente statunitense in passato è stato cliente di uno dei locali dell'imprenditore italoamericano: "Non beve vino e quando uno che non beve vino prende queste decisioni..."

Joe Bastianich: “Donald Trump è un pazzo, lo conosco”

I dazi di Trump sono inevitabilmente finiti fra gli argomenti più discussi delle ultime settimane, e in particolar modo degli ultimi giorni (le nuove tasse, d’altronde, sono entrate effettivamente in vigore appena ieri). Sulla faccenda hanno tutti qualcosa da dire: dai politici – dilettatisi a creare un’app anti-dazi – agli imprenditori – fra questi, Gino Sorbillo ne approfitta per fare marketing alla sua solita maniera. Fra le varie voci del coro si leva anche quella di Joe Bastianich, che racconta di aver avuto Trump come cliente in un suo locale e ironizza sulla sua capacità di prendere decisioni: sarà perché non beve vino?

I dazi secondo Bastianich

Joe Bastianich

In occasione della presentazione del suo nuovo programma Foodish, un viaggio gastronomico per lo Stivale in onda dal 7 aprile su TV8, l’imprenditore della ristorazione italo-americano si è lasciato andare all’ironia, commentando i dazi recentemente imposti da Trump sui prodotti europei importati negli USA. “[Trump] è un pazzo”, dice, senza troppi giri di parole, “lo conosco, è stato mio cliente e purtroppo non beve vino e quando uno che non beve vino prende queste decisioni… non so cosa dire”.

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Insomma, se il presidente americano non ragiona lucidamente è tutta colpa dell’assenza di alcol etilico nelle vene. O forse, non essendo amante del nettare di bacco, poco gli importa se il costo delle bottiglie schizzerà alle stelle. Bastianich riflette poi sul fatto che la materia in questione si basa su precedenti notevoli, “come i dazi sull’alcool in Nord Europa o in Asia”, e aggiunge: “Forse è anche abbastanza normalizzato mettere dazi nel mondo, ma è pure un guaio”.

Una riflessione a doppio tono, che non manca però di sottolineare il danno per il settore, pur sminuendone il ruolo rispetto ad altre industrie: “Certo il vino italiano è una virgoletta rispetto alle industrie delle macchine o del ferro, che sono la cosa più importante, ma se si mettono i dazi del 200% sul vino italiano l’industria è praticamente morta“. Al momento, per fortuna, la minaccia delle tasse al 200% sul vino aleggia solo nell’aria, mentre i dazi realmente entrati in vigore sono pari al 20% – ma toccano già, comunque, anche il nettare europeo.