Joe Bastianich assaggiatore di gelati confezionati: una recensione utilissima

Un Joe Bastianich degustatore alla cieca si cimenta per un famoso brand di gelato su stecco, ma la missione fallisce e restiamo a bocca asciutta.

Joe Bastianich assaggiatore di gelati confezionati: una recensione utilissima

Joe Bastianich ha pubblicato su Instagram un reel per i gelati Nuii, il competitor di gelati su stecco esteticamente più vicino ai Magnum Algida per intenderci, in cui si cimenta in un spontaneissimo assaggio alla cieca. Questo perché la nuova linea di prodotti propone gelati ispirati a quattro Paesi e ai quattro elementi, e il cuoco vuole indovinarne l’associazione. Ovviamente sono tutti buoni (“è davvero wowww… una bomba!“, scrive lui nella caption), ovviamente li indovina tutti (per sottolineare il sapore inconfondibile degli ingredienti caratterizzanti, e ok è pagato per farlo), ma il punto non è questo. Il punto è che per il primo assaggio di quattro, proprio quello d’apertura della pubblicità quindi, ci fornisce una descrizione del tutto inutile e generica. Insomma non proprio il massimo se devi invogliare all’acquisto di un prodotto per cui sei pagato. Si scherza eh.

Bastianich degustatore sopraffino che coglie la dolcezza del gelato

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Joe Bastianich (@jbastianich)

Il reel in questione inizia con una breve introduzione che non fila liscia, a causa dei continui tagli ravvicinati ma soprattutto dello sguardo di Joe Bastianich palesemente intento a leggere da un foglio ciò che deve dire (testi difficilissimi da imparare a memoria). C’è questa nuova linea di gelati su stecco Nuii che si chiama Elements Collection, composta da quattro gusti ispirati agli elementi caratterizzanti di altrettanti Paesi. La Nuova Zelanda, l’India, il Canada, il Texas: ciascuno è rappresentato da un ingrediente protagonista, e Bastianich decide di assaggiarli bendato per indovinare tutte le associazioni. Impresa da veri intenditori, che solo gli esperti di cucina potrebbero affrontare.

Qualcuno fermi gli chef dal credersi critici gastronomici Qualcuno fermi gli chef dal credersi critici gastronomici

Si benda gli occhi e assaggia il primo gelato Nuii, mordendolo. Suspense, tensione, e immediatamente il verdetto: “Croccante, dolce“. Non ce lo aspettavamo: incredibile che un gelato tipo Magnum, da mordere perché rivestito con uno strato spesso di cioccolato, sia croccante. Pazzesco anche che un gelato sia dolce. Brividi, signore e signori. Per caso, questo gelato, è anche freddo? Dopo una pausa e un inutile cut, e come terzo aggettivo, aggiunge che è “un po’ salato“. Il fatto che questo gelato sia un po’ salato è esattamente la prima cosa che avrebbe dovuto evidenziare. Ma fosse solo questo, c’è molto di più.

Il gap tra informazione aziendale e recitazione del plot su Instagram

nuii-gelati-sito-webnuiiicecram.com

Leggendo poi la descrizione dei gelati sul sito web ufficiale dell’azienda scopro che il primo prodotto assaggiato da Bastianich, ovvero Aria, è caratterizzato da mandorle caramellate salate e miele della Nuova Zelanda. Mi vengono in mente, quindi, tre considerazioni. La prima è che, probabilmente, quel “croccante” descritto dal cuoco si riferisce più alle mandorle che alla copertura di cioccolato, peccato che le mandorle non siano menzionate e che lui citi solo il miele (il “dolce“, quindi, è probabilmente riferito a quest’ultimo ma si fa confusione).

Seconda considerazione: “salato” è un altro aggettivo legato alle mandorle, in quanto “caramellate salate”. Gli aggettivi “croccante” e “salato” sarebbero dovuti quindi essere elencati insieme perché caratterizzanti delle non citate mandorle: se mi parli solo di miele, come mi giustifichi la punta salata nella ricetta? Terza considerazione: il miele.

Il miele neozelandese che passa in sordina

Il pubblico che legge e che dovrebbe acquistare il gelato Nuii non può avere idea (tendenzialmente) di quanto il miele della Nuova Zelanda sia particolare. Sì perché è prezioso e davvero autoctono in senso stretto. Il più famoso è il miele di Manuka, ma Nuii sul sito web ufficiale spiega di aver usato il miele di Kamahi, ovvero derivato dalla pianta di Kamahi diffusa in tutto il Paese. Loro stessi spiegano che “questo miele sofisticato è relativamente sconosciuto al di fuori della Nuova Zelanda, con il suo colore chiaro dorato e la sua consistenza morbida”. Insomma, un ingrediente ricercato e molto particolare. Non voglio essere pignola (anzi sì, lo voglio) ma se la mission pubblicitaria era quella di trovare un paio di aggettivi performanti che valorizzassero il miele neozelandese, quelli scelti da Bastianich non funzionano. Ma a capirlo dovrebbe essere Nuii, non Bastianich. Né tantomeno noi (anzi, nui).