Seguiamo ora per ora la situazione relativa alla peste suina in Italia, rilevata in Lombardia nelle scorse settimane. Il caso dei maiali liberi abbattuti a Pavia, presso un santuario gestito da volontari e attivisti (Associazione Progetto Cuori Liberi) ha scosso il mondo, letteralmente: persino l’attore Joaquin Phoenix si è mobilitato per denunciare l’accaduto.
Si tratta di un allarme delicato, e legato a procedure e legislazioni piuttosto complicate. Al momento non è chiaro se questi esemplari liberi e non d’allevamento fossero contagiati o se la procedura d’abbattimento sia stata attuata per via precauzionale. Resta il fatto che si sono verificati episodi di violenza nei confronti dei volontari del santuario, coalizzati per bloccare l’ingresso del posto. Non solo, i maiali abbattuti sono stati poi buttati in un container, sotto gli occhi di tutti, cosa che ha lacerato i presenti e tutto il web. Phoenix ma anche personaggi e attività hanno diffuso video e post, ora virali. Cerchiamo di capire meglio.
Joaquin Phoenix e la rabbia sul web
L’attore è da tempo attivista animalista e si sta esponendo molto per l’accaduto a Pavia. Sulla propria pagina Instagram si è fatto ritrarre con una “lacrima di sangue”, aggiungendo poi in un post i video ripresi presso il santuario mentre gli addetti procedevano all’abbattimento. Phoenix scrive: “quello che è successo oggi al Progetto Cuori Liberi è vergognoso e terrificante. Tutti i maiali del santuario italiano sono stati uccisi dallo Stato e dalle autorità, i veterinari che dovrebbero salvare vite umane li hanno portati via senza compassione. È un giorno di lutto e di tristezza, questo atto disumano non deve rimanere in silenzio, condividetelo! Decine di furgoni della polizia per animali innocenti che avevano case e famiglie, che erano curati e amati. Il mio pieno sostegno a tutti coloro che per due settimane hanno difeso la vita e la libertà. Siamo con tutti voi!”.
In più, riposta in un’altra pubblicazione il nome e l’età dei 10 esemplari abbattuti. In moltissimi si sono alleati a tale appello, pubblicando posti, articoli, vignette. Ne vedete qualche esempio.
Non erano maiali d’allevamento
Aldilà della crudeltà e del metodo, la protesta più assillante riguarda il fatto che i maiali uccisi in massa non fossero da allevamento bensì “liberi” e protetti in una vita per loro quasi del tutto naturale. In molte circostanze è stato spiegato come la peste suina sia un grosso pericolo per gli animali d’allevamento (da macello), da qui la confusione riguardo il sit-in presso Cuori Liberi a Pavia. Perché, se gli esemplari non erano da macello, sono stati comunque abbattuti?
Purtroppo la legge è ben salda su questo punto: per quanto questi maiali vivessero come animali “da compagnia”, restano di categoria DPA (Destinati alla Produzione di Alimenti), quindi d’allevamento. In Italia non esiste la figura dell’animale da compagnia (per farvi capire, anche i maialini vietnamiti sono considerati DPA) e sono quindi tutti sottoposti alla regolamentazione per questa tipologia di animali.
I maiali abbattuti avevano la malattia?
Sembra che alcuni esemplari del santuario fossero già morti di PSA, e il numero presso Cuori Liberi si era a quanto pare già ridotto. Sembra anche che gli esemplari rimasti iniziassero a manifestare i sintomi, da qui la decisione di procedere con l’abbattimento. Alcune voci sul web parlano di “maiali sani abbattuti per nulla”, mentre i post del Progetto fanno intendere che effettivamente la peste suina fosse già presente nel santuario.
Il punto, per gli attivisti e i gestori del santuario, è un altro. Riportiamo uno dei tanti commenti: “a week ago at Progetto Cuori Liberi two pigs died of African swine fever, which is not a disease that is transmitted to humans. The veterinarians at the sanctuary did tests and most were negative, the few that were sick were isolated and quarantined. These animals were of no harm to humans, they were pigs that had been rescued from the meat industry and none of them would go for consumption, they would have lived at the sanctuary for the rest of their lives“. Ovvero: “una settimana fa al Progetto Cuori Liberi due maiali sono morti di peste suina africana, che non è una malattia che si trasmette all’uomo. I veterinari del rifugio hanno effettuato i test e la maggior parte è risultata negativa, i pochi malati sono stati isolati e messi in quarantena. Questi animali non erano dannosi per l’uomo, erano maiali che erano stati salvati dall’industria della carne e nessuno di loro sarebbe stato consumato, avrebbero vissuto nel santuario per il resto della loro vita.
L’appello per una morte più serena
Passiamo a un altro tipo di ragionamento ovvero come questi animali siano stati abbattuti. Ovvero, di netto, a detta degli attivisti “senza rispetto”, in maniera cruda e senza riguardo nemmeno una volta uccisi. Tuttavia, la tecnica eutanasica è quella prevista da sempre per i maiali e non si può decidere di cambiare il protocollo a sentimento: sono cose regolamentate dall’AST. Anche dal punto di vista tecnico non è semplice come si crede. Un esperto del settore ci ha spiegato che “non si può pensare di incannulare un maiale di 200 kg, sono 200 kg di animale di carattere e fortissimi. Certo, si dovrebbe a monte regolamentare la situazione negli allevamenti intensivi ma sono cose che richiedono tempo”.