Avete presente la JBS, l’azienda brasiliana di distribuzione di carne vera, una delle più grandi al mondo? Ebbene, ha deciso di ripensarci: anche se un po’ di tempo fa aveva iniziato a investire anche nella produzione degli alimenti su base vegetale, adesso ha deciso di dire basta alla carne non carne.
In pratica JBS chiuderà negli Stati Uniti la Planterra Foods, il suo segmento di attività dedicato agli alimenti su base vegetale. E pensare che l’azienda era stata aperta solamente un paio d’anni fa.
Questa chiusura rappresenta un chiaro segnale dei crescenti problemi che sta vivendo il settore delle proteine vegetali. Dopo il boom della novità, infatti, negli Stati Uniti le vendite stanno sensibilmente calando.
Planterra Foods, con la sua sede in Colorado, vendeva carne non carne con il marchio Ozo. Ma adesso JBS ha deciso di chiudere questo ramo, concentrandosi solamente sulle sue attività in Brasile ed Europa che, invece, vanno decisamente meglio dal punto di vista produttivo, continuando a guadagnare quote di mercato e a espandere la base di clienti.
Secondo Gry Stibel, amministratore delegato del NEw England Consulting Group, i motivi per cui il settore della carne finta non decolla sono fondamentalmente due:
- queste alternative vegetali alla carne non hanno un sapore sufficientemente buono
- la carne finta costa troppo
Investire adesso in questo settore non è conveniente: saranno pochi quelli che riusciranno a fare un buon affare in quanto c’è troppa offerta e troppo poca domanda. In effetti, anche altre aziende del settore non stanno navigando in buone acque: Beyond Meat ha tagliato posti di lavoro in quanto l’aumento dell’inflazione sta rendendo la produzione della sua carne vegetale sempre più costosa, mentre anche MAple Leaf Foods, trasformatore di carne di maiale del Canada, ha deciso di ridurre del 25% il suo segmento di produzione relativo alla carne vegetale, la Greenleaf Foods.