A causa della guerra fra Russia e Ucraina, anche Jamie Oliver ha deciso di chiudere il suo ristorante in Russia. Il gruppo di ristoranti gestito dallo chef ha infatti deciso di tirare giù le serrande del ristorante Jamie’s Italian, sito proprio nel cuore di Mosca e aperto già da una decina di anni.
Il gruppo di Oliver ha perentoriamente intimato al suo partner in franchise Ginza di chiudere anche tutti i social media connessi al ristorante, eliminando dal locale, poi, tutti i marchi e i riferimenti possibili e immaginabili a Jamie Oliver e alla sua catena. Questo, almeno, secondo quanto riferito dal Sunday Telegraph.
Ma non finisce certo qui perché il gruppo dello chef ha anche deciso di chiudere la scuola di cucina Jamie Oliver, sempre di stanza a Mosca.
Jamie Oliver è solo l’ultimo di molti nomi noti della ristorazione e del settore food che stanno abbandonando la Russia. McDonald’s, KFC, Pizza Hut, Starbucks e anche Eataly hanno deciso di chiudere i loro ristoranti in Russia, così come Coca Cola e PepsiCo hanno smesso di vendere i loro prodotti nel paese guidato da Vladimir Putin. Controcorrente, invece, Burger King: il colosso dei fast food terrà aperti i ristoranti, ma devolverà i ricavati a favore dei rifugiati ucraini.