La James Beard Foundation, l’organizzazione culinaria no-profit newyorkese, ha annunciato che, d’ora in avanti, i suoi premi saranno più etici e inclusivi. Non è la prima volta che lo fa, a essere onesti. Già nel 2018 la fondazione aveva annunciato di voler cambiare le sue regole nel tentativo di combattere gli squilibri razziali e di genere nel settore della ristorazione, e nel 2020 era di nuovo finita sotto accusa per mancanza di inclusività nell’assegnazione dei premi. Eppure, lo scorso anno – come ha fatto notare il New York Times – nessuno dei vincitori del premio in ventitrè categorie era nero.
Così, l’associazione ha ammesso l’errore, e ha annunciato una verifica delle politiche e delle procedure. “La missione dei James Beard Awards è riconoscere talenti e risultati eccezionali nelle arti culinarie, nell’ospitalità, nei media e nel sistema alimentare in generale”, hanno annunciato dalla Fondazione. “Ma anche l’impegno dimostrato per l’equità razziale e di genere, la comunità, la sostenibilità e una cultura in cui tutti possono prosperare”.
I risultati della verifica, pubblicati sul sito web della fondazione, dipingono un’immagine di un’organizzazione che spera di intraprendere una profonda revisione per essere più consapevole, trasparente e diversificata. Ventun pagine in cui si punta a tenere sempre più conto dell’etica, evitando ad esempio di premiare soggetti accusati di comportamenti scorretti o di fare differenze tra i premiati. “I premi esistono per servire, ispirare e celebrare le comunità che compongono la ristorazione”, dicono dalla Fondazione. “Mentre andiamo avanti con questi cambiamenti, continueremo a impegnarci per costruire insieme il futuro”.