Questa ci pare una di quelle storie che non può essere spiegata senza un piccolo riassunto. D’altronde, che significa che l’UE ha definito il vino “produzione non essenziale”? In parole povere – poverissime – la cosiddetta pietra dello scandalo sarebbe un rapporto della Commissione Ue che, prendendo in esame i potenziali tagli produttivi causati dal taglio di pesticidi e altri agenti chimici in agricoltura, ha descritto come “irrilevante” la diminuzione della produzione di uva nell’UE, descrivendo quest’ultima come una coltura per l’appunto “non essenziale”. Lo studio europeo si inquadra nel regolamento SUR (sustainable use of pesticides regulation) che, come accennato, prevede il dimezzamento dell’uso di pesticidi in agricoltura. L’Italia, la Francia e la Spagna non l’hanno presa bene.
“Sì, la viticoltura è essenziale in Europa”
Insomma, in altre parole la Commissione europea si è limitata a spiegare che, alla luce delle diminuzioni alla produzione determinati dai tagli ai pesticidi, lo stato della viticoltura non è “preoccupante” come quello di altre colture. Il che, lo dobbiamo ammettere, non ci sembra una lettura così strampalata: nel contesto del taglio all’utilizzo di pesticidi in agricoltura quello della sicurezza alimentare è da sempre stato uno dei nodi più ostici, che ha contribuito a innescare accese – e necessarie – discussioni in seno alle autorità comunitarie. Il parere della Commissione è che il vino e la sua produzione, per quanto possa essere importante il bagaglio culturale ed economico che si trascina dietro, non è essenziale nel quadro della sicurezza alimentare.
I produttori vitivinicoli di Francia, Italia e Spagna, come accennato, non l’hanno presa bene; e hanno sottoscritto un manifesto intitolato “Sì, la viticoltura è essenziale in Europa”. Un vessillo decisamente eloquente, il cui obiettivo è evidentemente quello di rivendicare l’importanza del vino in Europa: “Queste affermazioni” ha commentato il fronte dei produttori in riferimento al sopracitato parere della Commissione “ignorano l’enorme contributo economico, sociale e culturale del settore vitivinicolo in molte regioni dell’UE”.
“Questo atteggiamento è totalmente inaccettabile” continuano. “È incomprensibile che la Commissione europea ipotizzi e preveda la penalizzazione di un intero settore di grande importanza per l’economia europea”. I nostri lettori più attenti ricorderanno che Italia, Spagna e Francia avevano già fatto fronte comune mesi fa, quando si opposero all’introduzione delle etichette con avvertenze sanitarie su vino e altri prodotti alcolici.
“Chiediamo quindi agli Stati membri e agli eurodeputati di prendere una posizione chiara su questo tema” conclude la nota dei viticoltori. “Il vino è un importante prodotto economico e culturale in Europa. Il nostro settore chiede di essere sostenuto per continuare le azioni di transizione ecologica con regolamenti realistici e un calendario operativo, che permetta l’implementazione delle soluzioni alternative efficaci esistenti e in arrivo”.