È deciso: Chef Rubio finirà a processo. Così ha stabilito il giudice dell’udienza preliminare di Roma per il noto chef televisivo, al secolo Gabriele Rubini, che dovrà difendersi dalle accuse di diffamazione aggravata e istigazione alla violenza, processo in cui la comunità ebraica di Roma e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane si sono costituite parte civile.
Le dichiarazioni di chef Rubio
Ad aver portato il volto di “Unti e Bisunti” davanti al giudice sono le sue dichiarazioni espresse in due distinte occasioni, risalenti al 2020.
Le prime espresse in un programma radiofonico in cui, come specifica il capo di imputazione, Chef Rubio “con riferimenti denigratori, offendeva la popolazione ebraica e lo Stato di Israele affermando ‘non c’è solo l’Olocausto, ci sono tantissimi genocidi nel mondo ma se ci fate caso siamo portati a pensare solo a quello che ha colpito gli ebrei, che poi non tutti gli ebrei perché quelli ricchi si sono venduti pure le sorelle e le famiglie'”.
A queste sono seguite altre esternazioni, stavolta diffuse in centro sociale romano in cui Rubini “istigava a commettere violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi nei confronti dello Stato di Israele”.
Non solo, lo chef romano dichiarava anche “di essere pronto a prendere le armi qualora fosse necessario, contro lo stesso Stato di Israele”. Parole ritenute offensive, e per cui dovrà rispondere in tribunale il prossimo primo giugno.