Il settimanale tedesco Zeit ha spiegato che in Israele i ristoranti, i bar e i negozi sono pieni e affollati. Inoltre a passeggio si vedono persone che si abbracciano, ridono e baciano. Come è possibile? Semplice: grazie al vaccino.
L’unico memento che anche in Israele è ancora in corso una pandemia è l’obbligo per gli israeliani di indossare comunque la mascherina. I dati vaccinali del paese parlano chiaro: poco più del 60% degli abitanti ha ricevuto la pima dose del vaccino, il 50% ha già ottenuto la seconda dose. A inizio settimana il valore Rt era dello 0,62. Facendo un paragone in Germania era 1,12. Fra domenica e lunedì si sono registrate solamente 354 nuove infezioni e in tutto Israele ci sono solo 548 persone gravemente malate.
Secondo Zeit, la vaccinazione nel paese è stata così rapida grazie anche all’organizzazione centralizzata che è stata in grado di mobilitare capillarmente la popolazione. Gli appuntamenti vaccinali vengono prenotati in due minuti via app o online. Gli appuntamenti sono organizzati ogni 4 minuti e quando il vaccinatore ha davanti il paziente, ecco che ha già potuto leggere tutti i suoi dati sul computer.
Si vaccina 7 giorni su 7, 24 ore su 24. Quando un anziano arriva a farsi vaccinare, il vaccino viene somministrato anche alle badanti, anche quando non è ancora il loro turno. Non mancano poi centri vaccinali per richiedenti asilo e migranti, allestiti anche nei quartieri poveri.
Chi ha ricevuto entrambe le vaccinazioni, ottiene il passaporto verde da caricare sullo smartphone: grazie ad esso è possibile accedere ai ristoranti, ai bar, alle palestre e agli hotel.
Tuttavia anche qui non è tutto rose e fiori. Da una parte ci sono gli ebrei ultraortodossi che rifiutano di vaccinarsi perché considerano l’epidemia come un dono di Dio. Inoltre c’è anche il problema dei Territori palestinesi. Inizialmente il governo aveva garantito le vaccinazioni solo ai palestinesi di Gerusalemme Est (sono considerati residenti israeliani) e non agli altri. Questo almeno fino a inizio mese, quando è stato deciso di vaccinare anche tutti i palestinesi che lavorano in Israele o negli insediamenti israeliani in Cisgiordania.