Gli appassionati son già lì pronti: estate umida e piovosa, porterà forse bene alla stagione dei funghi. Ma tutti i raccoglitori amatoriali, dovrebbero sapere più che bene come comportarsi in caso di intossicazione. Non sono allarmismi: in 20 anni, dal 1998 al 2017, sono quasi 13mila i casi di sospetto avvelenamento da funghi seguiti dal Centro antiveleni (Cav) di Milano, e 15.864 le richieste di consulenza per intossicazione da funghi. Per questo il Cav che ha deciso di avvisare i fungaroli improvvisati mettendoli in guardia con alcuni dati presentati sulla rivista Ben dell’Istituto superiore di sanità (Iss), in cui ricorda che, di quei 13mila sventurati intossicati, 40 (il 6,3% dei pazienti) sono morti, e 19 hanno dovuto subire un trapianto di fegato.
Per questo, il Cav ci tiene ad avvertire: è fondamentale, in caso di intossicazione, un’intervento tempestivo, che possa scongiurare complicazioni. Sono al massimo sei le ore entro le quali si deve intervenire per evitare rischi gravi o, peggio, la morte. Ed è poi fondamentale un corretto inquadramento e applicazione del protocollo. Di quei 40 pazienti morti per intossicazione negli ultimi vent’anni, infatti, l’80% è arrivato alle cure tardi, oltre le 24 ore dall’ingestione.
[Fonte: Ansa Terra&Gusto]