Cosa mai potrà andare storto se Elon Musk compra Twitter? Eh, niente, a parte il fatto che, l’idea geniale di mettere le spunte blu a pagamento, ha avuto come unico risultato quello della creazione di innumerevoli account fake. Fra cui anche quello dell’azienda farmaceutica Eli Lilly. L’account fake di Twitter creato a nome (e all’insaputa) dell’azienda ha pubblicato un tweet nel quale diceva che l’insulina sarebbe diventata libera e gratuita per tutti. Risultato? L’azienda farmaceutica vera è crollata in Borsa, perdendo qualcosa come 14 miliardi di dollari.
No, l’insulina non è in regalo: tutta colpa delle spunte blu di Twitter
Questa storia inizia con Elon Musk che compro, non compro, forse compro, no mi tiro indietro, no dai compro Twitter. Una delle prime cose fatte, oltre a licenziare tantissimi dipendenti e mandare a casa parecchi membri della dirigenza, è stata quella di vendere il badge blu di verifica degli account a 8 dollari. In pratica tutti, adesso, spendendo 8 dollari possono dotarsi di badge di verifica.
Finora il badge era disponibile solo per vip, politici, aziende, sportivi, giornalisti e pochi altri, ma almeno era veritiero. Così facendo, invece, ora chiunque ha potuto comprarsi il badge. In maniera inspiegabile, Elon Musk non ha messo in conto che la cosa sarebbe potuta sfuggirgli rapidamente di mano. Non appena il badge è stato reso disponibile a pagamento, infatti, su Twitter sono nate orde e orde di account fasulli, di gente che si spacciava per questo o quel vip e per questa o quella azienda.
Particolare risonanza sta avendo quando accaduto all’azienda farmaceutica Eli Lilly and Company. Qualcuno ha creato un account fake, con tanto di logo della ditta, si è comprato il badge blu e si è spacciato per la vera azienda (in pratica ha reso l’account fasullo indistinguibile da quello reale). Ha poi scritto un tweet nel quale prometteva insulina gratis per tutti (ricordiamo che negli Stati Uniti è molto più cara che da noi).
Le conseguenze le potete immaginare: il titolo in Borsa dell’azienda farmaceutica è crollato, in poche ore ha perso 14 miliardi di dollari. Ma non finisce qui: vedendo cosa fosse successo all’Eli Lilly, molte altre aziende hanno deciso di abbandonare in massa l’uccellino cinguettante. Anzi: alcune agenzie di comunicazione hanno anche consigliato ai propri clienti di non comprare più pubblicità su Twitter se il rischio è quello di vedersi copiare l’account.
E Eli Lilly? Quando si sono accorti della cosa, erano ormai passate un paio d’ore. Il danno in Borsa ormai era stato fatto, ma l’account vero dell’azienda ha twittato scusandosi con tutti coloro che avevano ricevuto il messaggio dal falso accounto Lilly, confermando che il vero handle era @Lillypad e non quello fake @EliLillyandCo.
Ma Eli Lilly non è stata l’unica azienda o vip vittima di questi fake account. Per esempio Maggie Haberman, una giornalista del New York Times, ha ritwittato una notizia da un falso account con spunta blu che fingeva di essere il vero Adrian Wojnarowski di ESPN. Anche lei, quando si è accorta dell’inganno, ha postato su tweet un commento nel quale spiegava di essere appena stata gabbata dal nuovo sistema di verifica di Twitter in cui i nuovi proprietari, molto attenti all’“accuratezza”, hanno permesso alle persone di fingere di essere persone affidabili. L’ha toccata piano, insomma.
Altri fake account che sono saltati fuori da quando su Twitter è cambiato il sistema delle spunte blu sono quelli di Donald Trump e Lebron James. Elon Musk, oltre a pensare ad andare nello spazio e ad aprire un ristorante Tesla 24/24, che ne dici si sistemare questo pasticcio?