Andamo negli USA perché qui l’epidemia di influenza aviaria sta decimando gli allevamenti di polli. E la logica conseguenza è che il prezzo delle uova nel corso degli ultimi due mesi è aumentato del 52%.
Il rischio è che, prossimamente, aumentino anche i prezzi di altri prodotti a base di pollame in quanto i decessi continuano ad aumentare. Una dozzina di uova al momento costa 2,88 dollari, il prezzo più alto mai raggiunto da inizio pandemia.
A peggiorare le cose, poi, ci si mette anche il fatto che l’aumento dei prezzi arriva durante uno dei periodi dell’anno di massima vendita delle uova, quello di Pasqua. Secondo l’economista Brian Earnest, verso Pasqua la disponibilità di uova sarà ridotta.
Oltre all’epidemia di influenza aviaria, bisogna anche considerare il fatto che, nel corso degli ultimi anni, negli Stati Uniti si è ridotta la popolazione di polli: ad aprile 2019 erano più di 340 milioni, mentre a febbraio 2022 si è scesi a 322 milioni di volatili.
In realtà, nell’immediato, non dovrebbero esserci problemi di fornitura nei negozi in quanto i rivenditori stanno acquistando uova in previsione del fatto che le scorte potrebbero ridursi nel corso delle prossime settimane (anche se è vero che, per quanto riguarda le uova fresche, non si possa fare scorta in quanto hanno date di scadenza molto ravvicinate).
Al momento, secondo i dati dell’USDA, più di 17 milioni di uccelli sono morti a causa dell’epidemia di influenza aviaria. Circa il 3% dei polli di allevamento (pari a 11 milioni) sono morti a causa della malattie e altri 2 milioni di tacchini d’allevamento hanno subito la medesima sorte.
E nel Regno Unito? La situazione è in continuo mutamento. Sempre a causa del più grande focolaio di sempre di virus H5N1, negli ultimi quattro mesi ecco che 35 milioni di galline britanniche sono state rinchiuse per cercare di limitare i contagi. Milioni di galline ovaiole sono state chiuse al sicuro a partire dal 3 novembre.
Al momento queste uova sono vendute come “uova d’allevamento al chiuso” visto che gli uccelli sono stabulati all’interno dei ripari da più di 16 settimane. In realtà gli allevatori speravano che il governo revocasse l’obbligo di alloggio al coperto, ma i funzionari hanno deciso di prorogarlo visto che al momento nel paese ci sono 80 focolai di influenza aviaria.