Torniamo in Africa perché qui anche il Gambia, a poca distanza dai casi segnalati nel vicino Senegal, ha registrato il primo caso di influenza aviaria da virus altamente patogeno H5N1. Per ora il Gambia ha parlato di casi rilevati in uccelli selvatici presenti in una riserva.
Influenza aviaria: colpito anche il Gambia
Se ricordate, meno di una settimana fa, era saltato fuori che il Senegal aveva registrato un focolaio di influenza aviaria in un allevamento di polli, a breve distanza da una riserva naturale nella quale erano stati segnalati casi in uccelli selvatici (per la autorità i due casi erano probabilmente collegati vista la scarsa distanza in linea d’aria fra l’allevamento di una fattoria nel villaggio di Potou, vicino alla città di Louga e il Parco Nazionale Langue de Barbarie).
A Potou l’epidemia ha ucciso 500 uccelli, mentre 11.400 animali sono stati abbattuti a scopo preventivo. Inoltre in tutto il Senegal sono state registrate le morti di più di 1.700 uccelli selvatici.
E adesso anche il vicino Gambia (il paese è quasi praticamente tutto circondato dal Senegal) ha dovuto ammettere la presenza di un caso. A dare la notizia è stato il ministero dell’Agricoltura: in una dichiarazione ha affermato di aver rilevato casi di influenza aviaria da virus H5N1 negli uccelli selvatici della Tanji Bird Reserve, riserva naturale che si trova a soli 20 km di distanza dalla capitale Banjul.
A seguito di segnalazioni di morti insolite fra gli uccelli selvatici della riserva, ecco che sono scattati gli accertamenti del caso che hanno permesso di confermare la positività al virus altamente patogeno dell’influenza aviaria.
I campioni in questione erano stati inviati a un laboratorio di Dakar il 1 aprile e sono risultati positivi. Il ministero dell’Agricoltura ha spiegato che le autorità stanno lavorando per cercare di ridurre la diffusione dell’infezione a livello degli uccelli selvatici.
Contemporaneamente, poi, si sta cercando di mettere in sicurezza il pollame d’allevamento, evitando che esca all’aperto per tentare di diminuire il rischio di contagio tramite gli uccelli selvatici.
Anche se qui da noi in Italia se ne parla troppo poco, l’epidemia di influenza aviaria si è diffusa praticamente in tutto il mondo nel corso dell’ultimo anno, arrivando a ucciderw qualcosa come 200 milioni di uccelli e facendo salire alle stelle i prezzi delle uova e della carne di pollame. Senza dimenticare la preoccupazione per un possibile salto di specie con trasmissione umana (fra l’altro alcuni casi sporadici di trasmissione umana sono già stati segnalati, così come di recente un cane contagiato è morto in Canada).