La lezione del Covid-19 è ancora fresca nella mente di tutti; e se è pur vero che la comunità scientifica è pressoché unanime nel definire il rischio di una pandemia di influenza aviaria come “basso”, è innegabile che il pericolo esista. A innescare le preoccupazioni della comunità scientifica, al di là delle innumerevoli morti di pennuti – i dati risalenti a gennaio, e che pertanto potrebbero sottostimare pesantemente i numeri attuali, raccontano di oltre 140 milioni di uccelli da allevamento abbattuti -, sono soprattutto i crescenti casi riscontrati nei mammiferi, come leoni marini e più recentemente puzzole e moffette. La corsa ai vaccini per gli esseri umani, seppur in forma precauzionale, è iniziata; e l’Europa non vuole rimanere indietro.
Influenza aviaria: il rischio pandemia e il vaccino per l’uomo
Stando a quanto lasciato trapelare la Commissione europea ha infatti siglato contratti con due case farmaceutiche, Gsk e Seqirus Uk, prenotando vaccini contro l’influenza aviaria che i singoli Stati membri potranno acquistare nell’eventualità in cui un ceppo di influenza aviaria dovesse passare all’uomo.
“Seguiamo con molta attenzione la situazione dell’influenza aviaria” ha commentato a tal proposito il portavoce dell’esecutivo Ue Stefan de Keersmaecker, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. “Per quanto riguarda i vaccini, esistono. Ce ne sono due autorizzati nell’Ue: la Commissione ha siglato due contratti di prenotazione per l’acquisto congiunto, uno con Gsk e l’altro con Seqirus Uk”.
Giusto per calmare gli animi lo ripetiamo – il rischio di pandemia è ancora remoto. Secondo la comunità scientifica il virus dovrebbe andare incontro ancora a una lunga serie di mutazioni prima di riuscire a trasferirsi da uomo a uomo, e molti dei casi più recenti di infezione umana raccontano di individui che, per lavoro o altre motivazioni, erano soliti passare parecchio tempo a contatto con pennuti da allevamento.
Un rischio basso, per l’appunto, ma anche assolutamente esistente. E se – toccando ferro – la pandemia dovesse diventare realtà? “Dopo una dichiarazione di pandemia di influenza da parte dell’Oms” spiega de Keersmaecker “le compagnie aggiornerebbero i vaccini sui ceppi virali che causano la pandemia. Quindi sì, con i nostri colleghi dell’Ecdc e dell’Hera seguiamo con attenzione la situazione”.
Come abbondantemente accennato i contratti siglati dalla Commissione riguardano l’eventuale acquisto di vaccini adattati all’uomo, nel caso in cui il virus dovesse passare all’uomo e diventare facilmente trasmissibile tra gli esseri umani: al momento l’ultimo rapporto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ribadisce il “rischio basso”, ma al contempo invita a fare attenzione agli stormi di gabbiani, al momento individuati come principali vettori – e vittime – dell’influenza aviaria.