L’Argentina ha deciso di riprendere le esportazioni di pollame a qualche settimana di distanza dal divieto di esportazione resosi necessario dopo la scoperta di un focolaio di influenza aviaria da virus H5N1 in un allevamento industriale locale.
Influenza aviaria, ripartono le esportazioni di pollo dall’Argentina
A seguito di un incontro con i funzionari sanitari dell’OMC-ComPS dell’Organizzazione mondiale del commercio di Ginevra, ecco che l’Uruguay ha dato la sua approvazione ai nuovi certificati di esportazione per i prodotti avicoli provenienti dall’Argentina.
Se ricordate, l’Argentina aveva deciso di sospendere le esportazioni di pollame a fine febbraio dopo che era stato registrato il primo caso di influenza aviaria nello stato, più precisamente nella provincia meridionale del Rio Negro.
Tuttavia, adesso, sono stati raggiunti accordi per riprendere le esportazioni di carni fresche di pollame da zone indenni dalla malattia verso la Russia, l’Arabia Saudita, Hong Kong, il Giappone e diversi paesi africani.
Inoltre il paese sta anche lavorando a nuovi negoziati sanitari per ripristinare le esportazioni di relative al patrimonio genetico aviario verso i paesi del Mercosur e verso il Messico, in conformità a quanto previsto dalle raccomandazione internazionali per lo scambio di tali beni.
E mentre l’Argentina prende accordi per ricominciare a esportare il suo pollame, ecco che il Senegal ha segnalato un focolaio di influenza aviaria da virus H5N1 in un allevamento di pollame nella parte nord-occidentale del Paese.
Il focolaio è stato segnalato il 18 marzo in una fattoria nel villaggio di Potou, vicino alla città di Louga, non lontano dal Parco Nazionale Langue de Barbarie, dove in precedenza era stato registrato un altro focolaio. Secondo il WOAH con sede a Parigi, è molto probabile che fra i due focolai esista un collegamento epidemiologico.
Secondo le autorità locali, il primo caso di influenza aviaria è stato rilevato l’8 marzo in alcuni uccelli migratori presenti nel Lago Ros e sull’isola di Yoff, vicino alla capitale Dakar. Il 10 marzo, poi, il virus è stato trovato in sterne, gabbiani e cormorani che vivono nel Parco Nazionale Langue de Barbarie.
La comparsa della malattia coincide con le grandi migrazioni transatlantiche degli uccelli acquatici. Attualmente l’epidemia ha ucciso 500 uccelli nella fattoria di Potou, mentre tutti gli uccelli degli abitanti del paese sono stati abbattuti a scopo preventivo. Intanto le autorità senegalesi hanno fatto sapere che nel Parco Nazionale sono state registrate le morti di altri 1.229 uccelli, mentre nel Lago Rosa e sull’isola di Yoff sono stati trovati morti 323 e 213 volatili.