Proseguono le segnalazioni relative a casi di influenza aviaria nei mammiferi. Questa volta è la Francia che parla di una vera e propria epidemia da virus H5N1 nelle volpi rosse vicino a Parigi. Sì, perché alla periferia di Parigi non è strano svegliarsi alla mattina e trovare delle volpi che passeggiano tranquillamente in giardino.
L’influenza aviaria colpisce le volpi di Parigi
La Francia ha parlato di un’epidemia di influenza aviaria da virus H5N1 estremamente patogeno fra le volpi rosse che circolano a nord-est di Parigi. Proprio a Meaux, vicino a dove erano stati trovati morti dei gabbiani a causa del virus, ecco che sono state rinvenuti i cadaveri di tre volpi, decedute in una riserva naturale. Le autorità hanno esaminato i resti di una delle volpi e hanno scoperto che era stata colpita dall’influenza aviaria.
Solamente lo scorso mese l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva definito “preoccupante” la situazione inerente l’influenza aviaria, soprattutto a causa del recente aumento dei casi non solo negli uccelli, ma anche nei mammiferi. Inoltre, a causa dei recenti sviluppi, inclusi i recentissimi casi di trasmissione umana in Cambogia, ecco che l’OMS sta rivedendo la valutazione in merito al rischio globale.
Nel corso dell’ultimo anno l’influenza aviaria è dilagata in tutto il mondo, uccidendo più di 200 milioni di uccelli (fra selvatici e animali d’allevamento) e facendo salire alle stelle i prezzi delle uova. A destare preoccupazione, però, è la possibilità che anche questo virus faccia il salto di specie. Certo, anche adesso raramente sono segnalati casi nell’uomo, ma si tratta di segnalazioni sporadiche. Il vero problema è se, con il salto di specie, il virus diventasse trasmissibile direttamente da persona a persona.
Intanto che l’OMS rivede le sue valutazioni, nuovi casi vengono segnalati anche fra i mammiferi. Nella stessa Francia, oltre alle volpi, a fine dicembre il virus aveva infettato anche un gatto. Inoltre sono stati colpiti visoni in Spagna, volpi e lontre in Gran Bretagna, leoni marini in Perù e orsi grizzly negli Stati Uniti.
E non pensiate che qui in Italia siamo esenti: il fatto che praticamente non se ne parli, non vuol dire che il virus non circoli. Di recente, per esempio, alcuni gabbiani trovati morti sulle rive del Garda sono risultati essere positivi al virus. Anche a Cabras un fenicottero trovato morto è risultato positivo, mentre un focolaio nel parco del Monte Urpino di Cagliari a fine 2022 ha avuto come conseguenza l’abbattimento di 200 volatili.