L’influenza aviaria continua a imperversare, e la Francia – uno dei Paesi più colpiti da quella che, dati alla mano, è la stagione epidemica più grave di sempre – corre ai ripari lanciando una gara d’appalto per 80 milioni di dosi di vaccino, diventando di fatto il primo Paese membro dell’Unione Europea ad avviare un programma di questo tipo. L’inizio della campagna di vaccinazione, stando a quanto lasciato trapelare, dovrebbe arrivare in autunno: la conferma è giunta agli enti internazionali dopo che l’azienda francese per la salute e la sicurezza, l’ANSES, ha per l’appunto approvato il piano governativo di vaccinare i volatili contro il morbo in questione.
Influenza aviaria: i rischi commerciali di un vaccino
È bene notare che, nonostante la Francia sia come accennato il primo Paese europeo ad aver approvato un programma del genere, non è certo sola nel più largo contesto mondiale. Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico, infatti, gli Stati Uniti stanno valutando un programma simile, adocchiando la possibilità di avviare una campagna di vaccinazione di massa per il pollame.
Il progetto a stelle e strisce è attualmente in fase di valutazione: a spaventare la comunità scientifica e le autorità governative statunitensi sono naturalmente le potenziali restrizioni commerciali a cui l’industria avicola locale potrebbe andare incontro, e che ovviamente andrebbe a mutilare in maniera radicale il flusso di esportazione verso l’estero (che vale, giusto per farci un’idea, circa 6 miliardi di dollari).
Allo stesso tempo gli abbattimenti di massa si stanno rivelando una strategia sempre più limitata, dal punto di vista etico – quanto può essere sostenibile una filiera che, per sopravvivere, è costretta a mutilarsi in questa maniera? -, economico – pensiamo al prezzo delle uova cresciuto esponenzialmente – e logistico, tanto che il Giappone non ha più spazio per seppellire le carcasse.
Torniamo ai nostri cugini d’Oltralpe, dunque. È bene notare che la Francia è di fatto tra i Paese europei più colpiti dall’influenza aviaria, e che la campagna di vaccinazione è stata declinata in tre scenari. Il pre-ordine è quello di vaccinare solo le anatre, ha dichiarato un portavoce del ministero dell’agricoltura francese, animali vulnerabili al virus ma in grado di rimanere asintomatici per giorni interi, aumentando il rischio di trasmissione.
Gli tre scenari individuati dall’ANSES, tuttavia, riguardano la vaccinazione di tutti i volatili “da cortile” nel primo caso; un allargamento alle anatre da foie gras, tacchini e galline ovaiole nel secondo e, infine, comprendere tutti i volatili non selvatici ignorati dalle prime due soluzioni. La soluzione proposta dalle autorità sanitarie è quella di “attuare la strategia di vaccinazione più ampia possibile”, specialmente alla luce del “contesto epidemiologico particolarmente preoccupante“.