Stranamente Francia e Regno Unito in questo periodo vanno d’accordo su una cosa: allentare le restrizioni contro l’influenza aviaria. Esattamente come successo da poco in Gran Bretagna, anche la Francia ha deciso di revocare alcune delle misure di controllo della malattia, forte del fatto che da un mese a questa parte nel paese non si rilevano nuovi casi di influenza aviaria da ceppi ad alta patogenicità. Tutto molto bello se non fosse che in Europa sono stati da poco segnalati nuovi casi in Danimarca, Unghieria e Italia. E anche in Inghilterra e Galles.
Influenza aviaria: la Francia ha ragione ad allentare le restrizioni?
Visto che la Gran Bretagna ha allentato le restrizioni e adesso nuovi focolai sono saltati fuori in Inghilterra e nel Galles, forse la Francia avrebbe fatto meglio ad aspettare un pochino prima di revocare le sue misure di controllo.
Se ricordate, lo scorso novembre, il Ministero dell’Agricoltura aveva decretato che tutto il pollame dovesse essere tenuto all’interno dei capannoni, in modo da evitare qualsiasi possibile contatto con le specie selvatiche.
Ad aprile, poi, il Ministero aveva deciso di cominciare a revocare alcune delle restrizioni visto che la situazione epidemica nazionale si era stabilizzata. Così ecco che la stabulazione al chiuso obbligatoria per il pollame è stata revocata in tutta la Francia, tranne in alcune zone dove il rischio di contagio con ceppi ad alta patogenicità rimane alto.
Soprattutto le anatre e le oche domestiche possono nuovamente accedere alle aree esterne, a patto che queste ultime siano state adeguatamente protette per ridurre al minimo il rischio di contatto con gli uccelli selvatici.
Nonostante questo allentamento, però, le autorità responsabili hanno ribadito che i produttori devono mantenere alti i livelli di biosicurezza e vigilanza intorno agli allevamenti. In aggiunta, poi, il Ministero ha annunciato una riduzione del 50% della frequenza dei test di sorveglianza negli allevamenti di uccelli acquatici nella Loira, in Bretagna e nella zona di Deux-Sevres, aree molto colpite dall’epidemia nella passata stagione.
Secondo i dati del Ministero, dall’inizio dell’inverno 2022-203 in Francia sono stati confermati 314 focolai in allevamenti di pollame, tutti collegati al sierotipo H5N1. In altra tipologia di pollame e nei volatili selvatici, invece, sono stati registrati 86 focolai.
Però, andando a vedere la situazione negli altri paesi europei, forse non era il caso di allentare le restrizioni. La Danimarca ad aprile ha revocato il divieto di stabulazione al chiuso per il pollame, solo che una settimana dopo la revoca è stato segnalato un nuovo focolaio in un allevamento, sempre da virus H5N1.
Anche l’Ungheria ha segnalato altri 11 focolai, mentre in Italia siamo a 10, di cui gli ultimi in Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Nel Regno Unito, dopo la revoca delle restrizioni, altri due nuovi focolai sono stati segnalati nel corso delle ultime due settimane, seguiti poi da altri quattro.