Una donna di 53 della provincia di Jiangsu, Cina, a una manciata di chilometri da Shanghai, è stata ricoverata in ospedale a causa dell’influenza aviaria. È bene notare che, nonostante i timori iniziali ovviamente alimentati dalla scomparsa di una bambina di 11 anni in Cambogia trovata positiva al virus in questione, non si tratta affatto di trasmissione uomo a uomo, come avevano paventato le autorità sanitarie locali; che tuttavia sottolineano comunque come, dati alla mano, la stagione epidemica di aviaria attualmente in corso rappresenti un rischio concreto e potenzialmente catastrofico per l’essere umano.
Influenza aviaria: niente allarmismi, ma meglio essere cauti
Lo ripetiamo – niente allarmismi. Al momento il rischio che l’epidemia di influenza aviaria, la più grave di sempre per quanto concerne la diffusione e il numero di contagi, si tramuti in una pandemia in grado di coinvolgere l’essere umano è ancora remoto. La comunità scientifica, tuttavia, è ben consapevole che il rischio, per quanto basso, esiste; e il crescente numero di mammiferi infetti non fa che alimentare le preoccupazioni.
“Il rischio per l‘uomo è in aumento” ha commentato il professor Munir Iqbal, capo del gruppo sull’influenza aviaria presso il Pirbright Institute, “nel senso che il virus è molto presente nel pollame e negli uccelli selvatici. Il virus è in grado di mutare e può farlo in qualsiasi momento, quindi il rischio è ovviamente maggiore quando è così diffuso”.
Attenzione, dunque: in altre parole più il morbo si diffonde negli animali – selvatici o domestici che siano – più è facile che rimanga colpito anche l’uomo, e questo senza che il virus in sé vada incontro alle mutazioni necessarie a facilitare la trasmissione tra un essere umano e l’altro. “Ciò non significa che un’epidemia umana sia imminente” ha spiegato ancora Iqbal. “Nessuno, però, ha il controllo del virus… Quindi sì, un rischio esiste“.
È bene notare, per di più, che a differenza del caso in Cambogia, fatto risalire a un ceppo endemico nella regione da un decennio, la donna cinese ha contratto la variante responsabile dell’attuale epidemia. “Se la trasmissione tra mammiferi è iniziata, il virus è cambiato e questo potrebbe aumentare il rischio per la salute umana” ha commentato il Dr Pablo Plaza, esperto epidemiologia all’Università di Comahue, Argentina, riferendosi alla moria di leoni marini nel vicino Perù.
“Dobbiamo stare attenti, perché il virus cambia continuamente” ha continuato. “Sono necessari diversi mutamenti nel virus per adattarsi alla trasmissione uomo-uomo, quindi si spera che non si verifichino”.