Mentre qui da noi l’epidemia di influenza aviaria viene bellamente ignorata (praticamente ogni tanto salta fuori qualche focolaio qua e là, ma la moria di volatili in Italia sembra essere meno preoccupante della questione Pos o Spid), ecco che in Francia il Ministro dell’Agricoltura Marc Fesneau ha annunciato un netto peggioramento della situazione.
Peggiora l’epidemia di influenza aviaria in Francia
La Francia è il secondo produttore di pollame dell’Unione Europea Già durante l’estate i focolai erano aumentati e si parlava della peggior ondata di sempre. La scorsa stagione, infatti, erano stati abbattuti qualcosa come 20 milioni di polli, anatre e tacchini, causando gravi danni anche alla filiera del foie gras.
Ma adesso la situazione sta peggiorando: da agosto i casi sono saliti sempre di più, con un’escalation nel corso delle ultime settimane. Al 20 dicembre, infatti, negli allevamenti francesi sono stati registrati 217 focolai di influenza aviaria rispetto ai 100 del 2 dicembre. Inoltre i casi sono aumentati tantissimo anche nella fauna selvatica. Proprio alla luce di tali dati, ecco che oggi il ministro dell’Agricoltura francese si è recato nella zona della Loira per presentae una nuova strategia di vaccinazione per combattere la malattia.
Effettivamente, più della metà dei focolai negli allevamenti si concentra nella zona della Loira visto che qui c’è un’alta densità di pollame. La Francia ha da poco testato vaccini adatti ad anatre e oche: la speranza è quella di convincere gli altri stati dell’Unione Europea ad avere un approccio comune in quanto i produttori di pollame temono possibili restrizioni commerciali relative agli animali vaccinate.
Ma l’epidemia di influenza aviaria sta dilagando un po’ in tutto il mondo: casi sono stati registrati alle Galapagos e a Taiwan, mentre la Repubblica Ceca ha appena vietato gli allevamenti all’aperto, negli USA si parla di epidemia record con 50 milioni di uccelli morti, nel Regno Unito sono stati costretti ad abbattere così tanti tacchini che si preannuncia una carenza sulle tavole di Natale e Perù e Ecuador hanno appena dichiarato lo stato di emergenza.
Dunque se la situazione appare così grave, perché qui da noi nessuno ne parla? È vero che il virus è innocuo negli alimenti e che i casi di trasmissione all’uomo sono rari, ma non bisogna dimenticare che il virus può letteralmente distruggere gli allevamenti, fra abbattimenti degli animali malati e quelli preventivi. E meno polli in circolazione, vuol anche dire meno uova, con un effetto a cascata su diversi settori e rincari di queste materie prime per i consumatori.