Cala la cappa della quarantena a Mosca – o almeno, in una piccola parte di essa. Un eco di qualche anno fa, penserete voi; ma a questo giro il Covid 19 non c’entra nulla: è tutto merito dell‘influenza aviaria ad alta patogenicità, che nel corso degli ultimi tempi ha fatto registrare una vera e propria esplosione di casi nella capitale russa. I nostri lettori più attenti non saranno certo sorpresi: d’altronde, come da tempo ormai vi spieghiamo, il mondo sta vivendo quella che la comunità scientifica non ha esitato a definire “la stagione epidemica più grave di sempre”, con contagi – e conseguenti abbattimenti – da record che si sono ampliati anche ai mammiferi.
Influenza aviaria, Mosca in quarantena: tutti i dettagli
Esplosione di casi che, come dicevamo, ha spinto il sindaco di Mosca, Sergej Sobjanin, a imporre la quarantena – vecchia amica della scorsa pandemia – a 11 dei 125 distretti della capitale. Una zona relativamente ristretta, è chiaro; ma è comunque bene notare che si tratta della prima misura di questo genere adottata da una città: molte delle misure di sicurezza – che alcuni Paesi, come la Francia, si stanno per di più arrischiando a rimuovere – introdotte fino a questo momento riguardano quasi esclusivamente gli allevamenti, come l’obbligo di mantenere i pennuti al chiuso.
La quarantena moscovita, stando a quanto lasciato trapelare, vieta ai residenti di visitare le aree considerate più a rischio, in cui sono per l’appunto stati registrati picchi di casi di influenza aviaria. Le misure restrittive introdotte nelle zone più colpite, quelle minacciate e quelle attualmente sotto sorveglianza rimarranno in vigore “fino all’attuazione di nuove misure volte a prevenire la diffusione ed eliminare il focolaio di influenza”, si legge nell’ordinanza del sindaco.
Le autorità sanitarie locali, nel frattempo, si adopereranno per individuare casi potenziali di influenza aviaria nel pollame – importante notare, in questo caso, che nelle zone interessate dalla quarantena è stata vietata la macellazione di volatili, l’importazione e l’esportazione di uova – e negli uomini. Dall’inizio di maggio, la Russia ha già segnalato ventidue focolai di aviaria sul proprio territorio nazionale.
A proposito di casi negli uomini – recentemente sono state individuate due positività in Inghilterra, ma il verdetto della comunità scientifica non cambia: il rischio per l’essere umano continua a essere basso, e verosimilmente continuerà a rimanere tale fino a quanto non si verificherà la trasmissione del morbo da uomo a uomo (un’ipotesi remota, considerando che il virus dovrebbe andare incontro a una serie di importanti mutazioni, ma comunque concreta).