Continua a espandersi a macchia d’olio l’influenza aviaria: la stagione epidemica in corso, giudicata dalle autorità competenti come la peggiore di sempre nel contesto del continente europeo, si è allargata fino a contagiare anche le colonie di pinguini in Sudafrica. Nel corso degli ultimi giorni, infatti, il personale veterinario di Città del Capo ha segnalato il ritrovamento di diverse carcasse sulla celebre spiaggia di Boulders, dove di fatto vive una colonia di circa tremila esemplari. Una moria che, alla luce della situazione internazionale, non poteva che essere macchiata dal timore che si trattasse del morbo in questione.
Timori che purtroppo hanno trovato un riscontro inappellabile: “Abbiamo confermato la diagnosi di influenza aviaria in 14 pinguini africani già a partire dalla metà di agosto” ha commentato David Roberts, veterinario della Fondazione sudafricana per la conservazione degli uccelli costieri. “Al momento siamo piuttosto preoccupati perché il numero di pinguini colpiti e che muoiono a causa della malattia sta aumentando”. Le autorità sanitarie locali hanno accertato la presenza del ceppo ad alta patogenicità riscontrato l’anno scorso in diversi esemplari di uccelli marini selvatici, tra cui gli stessi cormorani del Capo; e stanno tuttora monitorando la situazione in modo tale da tamponare quanto e come possibile la diffusione.
Purtroppo tali operazioni di controllo comportano un gran numero di soppressioni: “Poiché il virus è contagioso tra gli uccelli, stiamo facendo tutto il possibile per ridurre la carica virale e la velocità di trasmissione tra i pinguini” ha aggiunto la biologa marina Alison Kock, che lavora presso il South African National Parks. “Per le persone non ci sono rischi, ma chiediamo a coloro che visitano la colonia di pinguini di disinfettare le proprie scarpe dopo l’escursione perché il virus è trasmissibile tra le diverse colonie di uccelli marini e anche negli allevamenti di pollame“.