Squilla l’allarme influenza aviaria in quel di Napoli: con il mondo intero che si trova a fare i conti con la stagione epidemica più grave di sempre e i recenti rapporti dal Cile, che raccontano di “mutazioni preoccupanti” in un caso di infezione umana, il livello di tensione è innegabilmente alto. Motivo per cui il caso del paziente di 50 anni ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Monaldi del capoluogo campano sta attirando una certa attenzione mediatica: stando a quanto riportato dai media locali l’uomo si è presentato alle cure del personale medico con una grave insufficienza respiratoria determinata da una polmonite bilaterale. Esclusa l’opzione Covid grazie all’ormai classico tampone, e considerando le condizioni disperate del paziente, tra il personale sanitario si è fatto strada il sospetto che si trattasse proprio di influenza aviaria.
Influenza aviaria a Napoli: i dettagli del caso
Non si tratterebbe certo del primo caso di influenza aviaria dell’uomo, come abbiamo brevemente accennato in apertura di articolo. Da diversi mesi le autorità sanitarie mondiali invitano la popolazione, alla luce della mole della stagione epidemica in corso, ad avvicinarsi al pollame o altri animali morenti o già morti con estrema cautela e con dispositivi di protezione adeguati; e al contempo assicurano che il rischio di una potenziale pandemia, per quanto concreto, sia comunque basso.
D’altronde è matematico che, con un numero di infezioni da record negli animali – mammiferi compresi -, aumentino anche i casi negli esseri umani: a preoccupare la comunità scientifica è che il virus in sé, instabile e prono alla mutazione per natura, possa evolversi al punto da riuscire a trasmettersi da un uomo all’altro. Uno scenario remoto, dicevamo; ma che naturalmente tiene vive le preoccupazioni delle autorità sanitarie.
Motivo per cui il personale dell’ospedale Monaldi di Napoli si è adoperato per smentire il sospetto e sottoporre il paziente in questione a un tampone per influenza aviaria. Il risultato è fortunatamente negativo: l’uomo ha contratto un’influenza comune, del tipo H1N1, ma le sue condizioni cliniche rimangono estremamente critiche e la prognosi è tuttora riservata. È bene notare, per di più, che stando a quanto lasciato trapelare l’uomo sia immunodepresso – una condizione che spiegherebbe la particolare gravità della sua condizione.
“Il paziente presenta un tampone positivo per influenza H1N1, un ceppo influenzale già presente e diffuso ma che effettivamente quest’anno ha dato luogo ad un picco di polmoniti” ha commentato Giuseppe Fiorentino direttore sanitario dell’azienda dei Colli, pneumologo e rianimatore. “Il virus A/H1N1 è il risultato di una combinazione di due o tre virus dell’influenza suina e che contenevano geni di origine aviaria e umana. Ha sempre dato luogo ad alcuni casi più gravi. In questo gioca un ruolo la compromissione immunitaria che abbiamo osservato”.