Questa volta a parlare di influenza aviaria 2022 sono i veterinari. Assodato che questa è la più grande epidemia di sempre, con ben 2.500 focolai sparsi in tutta l’Europa, ecco che Aldo Grasselli, presidente di SIVeMP (Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica), ha lanciato l’allarme: bisogna fare attenzione alle migrazioni degli uccelli selvatici.
Il presidente sottolinea che, in un momento già delicato come questo, le migrazioni verso le zone più calde sono un fattore di rischio da non sottovalutare: gli animali si spostano anche per centinaia di chilometri e su queste rotte c’è anche l’Italia.
Il veterinario ha spiegato che gli uccelli selvatici migratori nelle loro rotte incrociano molti altri uccelli recettivi alla malattia. Questi possono poi diffondere l’influenza aviaria anche negli allevamenti di polli, tacchini e quaglie.
Grasselli ha ricordato a tutti che questo è l’unico settore zootecnico nel quale siamo autosufficienti, riuscendo persino a esportare parte del prodotto. Si tratta di un settore importantissimo per l’economia di molte regioni. Solo che, a fronte di un settore così fondamentale, ecco che non viene concesso quell’aumento di organico che i Servizi Veterinari richiedono da tempo.
Fra le regioni in cui si hanno meno veterinari pubblici c’è il Veneto. E nei prossimi anni un 30% di colleghi andranno in pensione, peggiorando così la carenza di personale.