Giugno porta con sé la doppia cifra: secondo il più recente rapporto dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, infatti, il tasso di inflazione media dei Paesi che di fatto aderiscono all’Ocse ha raggiunto il 10,3% – il livello più alto da 34 anni a questa parte. Un rialzo che, stando a quanto lasciato trapelare, è stato trainato soprattutto dai settori dell’alimentare e dell’energia e che segue di fatto la scia di tendenza tracciata dal 9,7% registrato nel mese di maggio.
Importante (e un poco inquietante) per di più notare che un Paese su tre nell’Ocse si ritrova con tassi di inflazione abbondantemente sopra le due cifre, con la Turchia che guida in solitaria la classifica con un mostruoso caro vita del 78,6%. Ultimo posto (ma primo se consideriamo la salute dei portafogli) per il Giappone, che invece si attesta appena sul 2,4%. Spostando lo sguardo sul nostro Bel Paese, invece, apprendiamo che in Italia a giugno l’inflazione era salita all’8% dopo un maggio che si era invece attestato sul 6,8%.
Per quanto riguarda il contesto dei prodotti alimentari, invece, i rincari si sono rafforzati al 13,3% annuo giugno, dal più 12,6% del mese precedente e sono così ai massimi dal luglio del 1975. Il capitolo energia è altrettanto dolente: i rincari fanno registrare 40,7%. Si segnala, infine, che escludendo queste due voci l’inflazione dell’area si arena sul 6,7%.