Qualche giorno fa gli statisti di Unilever rilasciarono un report per niente rassicurante che, in soldoni, spiegava come lo scoppio della guerra in Ucraina avrebbe spinto l’inflazione fino a raggiungere livelli “senza precedenti”. Una tesi che di fatto trova ulteriore conferma nelle stime redatte dell’Istat dalle quali, come sottolineato da Confesercenti, emerge il fatto che il picco della corsa dei prezzi non è ancora stato superato.
La diffusione degli incrementi dei beni energetici ai diversi comparti mostra infatti un tasso di inflazione che si mantiene ostinatamente sopra al 6%, facendo così strada a uno scenario che inevitabilmente andrà a coinvolgere (anche se forse la parola più adatta, in questo contesto, è ‘travolgere’) i consumi interni e a impattare sul tasso di crescita economica per il resto dell’anno.
Consumi interni che, secondo Nico Gronchi, vicepresidente vicario di Confesercenti e presidente di AssoTerziario, sono di fatto il gancio traino della ripresa dell’economia nazionale dopo gli ultimi due anni di difficoltà. “È importante che la resilienza delle attività economiche, segnalata dai recenti dati sulla fiducia, sia ancora sostenuta da un rafforzamento delle misure atte a contrastare il caro energia e quindi l’inflazione, il principale ostacolo per la ripartenza di consumi e Pil” ha spiegato Gronchi a tal proposito. “In un quadro che continua ad essere caratterizzato da forte incertezza, servono inoltre interventi legislativi che accompagnino le imprese, in particolare quelle del terziario, in un percorso di uscita dalle misure emergenziali più graduale di quello fino ad oggi previsto, a partire da una riproposizione delle moratorie per tutta la restante parte del 2022”.