Sono ormai diversi mesi che il carrello della spesa fatica a stare al passo del tasso di inflazione, che cavalca sempre più velocemente verso nuovi rialzi. Solamente a inizio mese, infatti, vi raccontammo dei più recenti rincari ai prezzi dei beni alimentari, i più alti da quasi quarant’anni a questa parte, con sempre più persone che di fatto faticano a mettere qualcosa sul piatto per mangiare ogni giorno. La stretta dell’inflazione è particolarmente severa soprattutto per le famiglie a basso reddito, il cui cosiddetto carrello della spesa rischia di restringersi fino quasi a svuotarsi del tutto: in questo contesto, pare che si siano avviate le discussioni per azzerare l‘IVA sui prodotti di prima necessità e di largo consumo.
È quanto emerso dal più recente intervento del ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, in occasione del nono Congresso nazionale del Siulp: l’idea, stando alle sue stesse parole, è quella di utilizzare l’extragettito IVA dovuto all’aumento generalizzato dei prezzi per azzerare l’imposta sui beni sopracitati, in modo che i nuclei famigliari più fragili dal punto di vista economico non debbano subire (troppo) gli effetti dell’inflazione.
Si sta lavorando, allo stesso tempo, “all’ampliamento dei fringe benefit, agevolando gli accordi aziendali in tal senso e la partecipazione dei datori di lavoro alla difesa del potere d’acquisto dei dipendenti, che così potrebbero avere una sorta di bonus incrementale oltre al bonus di 200 euro che eroga lo Stato”, ha spiegato Brunetta. “Sono i provvedimenti in campo tra fine luglio e fine settembre per contrastare l’inflazione, per difendere il potere d’acquisto, per garantire la coesione sociale che voi, come poliziotti, preservate ogni giorno nelle città, nei quartieri, nei vostri luoghi di lavoro, come ‘volti della Repubblica’”.