L’industria italiana è in difficoltà nella sua totalità ad eccezione del settore alimentare, l’unico a reggere in questa crisi post lockdown.
La produzione dell’industria alimentare rimane praticamente stabile (-0,4%) rispetto allo scorso anno grazie all’impegno di 730mila aziende agricole e 70 mila industrie alimentari che non hanno mai smesso di lavorare per garantire le forniture di cibo e bevande agli italiani.
È quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’andamento della produzione industriale a luglio che evidenzia un calo dell’8% rispetto allo scorso anno, con la tenuta del solo settore alimentare.
“Con la pandemia – sottolinea la Coldiretti – la filiera agroalimentare è diventata la prima ricchezza del Paese con 538 miliardi di valore dimostrando una maggiore resistenza al drammatico impatto dell’emergenza Covid-19. Quella agroalimentare è una realtà allargata dai campi agli scaffali che garantisce – evidenzia la Coldiretti – 3,8 milioni di posti di lavoro e vale il 25% del Pil”.
“L’emergenza globale provocata dal coronavirus ha fatto emergere una consapevolezza diffusa sul valore strategico rappresentato dal cibo e sulle necessarie garanzie di qualità e sicurezza”, afferma il Presidente della Coldiretti Ettore Prandini.