Escalation: progressiva intensificazione di uno sforzo; o ancora azione caratterizzata, nel suo corso, da un aumento graduale d’impegno o d’intensità. Questo dice la Treccani. Esempio in allegato: le proteste dei viticoltori francesi, mutate da qualche bottiglia di vino spaccata davanti ai supermercati al vandalismo.
Stando a quanto riportato da Decanter i vandali avrebbero preso di mira una tenuta di proprietà di Grands Chais de France, il secondo produttore di vino in Francia. La loro azione è stata rapida e violenta: un magazzino consegnato alle fiamme, alimentate da assi in legno e pneumatici, e quattro vasche di vino completamente svuotate. Ma che sta succedendo?
Il motivo delle proteste, tra numeri e bibite
Non c’è ombra di dubbio sull’identità dei nostri protagonisti: il pubblico ministero di Narbona ha annunciato di avere rinvenuto la dicitura CAV presso la proprietà, che starebbe per “Comité d’action viticole“. Indizio più che eloquente, insomma; anche e soprattutto perché accompagnato dalla scritta “viti en colère”, ossia “i viticoltori sono arrabbiati”. Si era intuito, ecco.
Si stima che i danni ammontino a un totale complessivo di 130 mila euro circa. Quel che è decisamente più interessante, però, è notare come l’atto vandalico altro non sia che un tassello di un più ampio mosaico di proteste.
Il mese scorso, come accennato, alcuni viticoltori della Valle del Rodano si sono uniti sotto un comune vessillo di protesta e hanno preso a fracassare delle bottiglie di vino davanti ai punti vendita di casa Lidl. La pietra dello scandalo erano i vini venduti a soli 1,69 euro a bottiglia: “Stanno distruggendo la viticoltura”, avevano chiosato. A Bordeaux non è meglio: lì il vino costa meno delle bibite.
Una settimana più tardi, altri viticoltori bloccarono un’autostrada vicino al confine con la Spagna, intercettato camion contenenti vino spagnolo e svuotato i serbatoi sulla strada. Ora, dicevamo, il bersaglio della loro rabbia ha preso i connotati del più grande esportatore di vino del paese. E le autorità, nel condannare, esprimono una vaga solidarietà.
Frédéric Rouanet, presidente del Syndicat des vignerons de l’Aude, ha dichiarato di non appoggiare alcuna forma di vandalismo. Poi, però, ha aggiunto: “Stiamo andando verso tempi difficili e posso immaginare che alcune persone finiscano per fare questo genere di cose per disperazione”.
Insomma, c’è tensione. La Francia è alle prese con un eccesso di offerta, con la mole produttiva che torreggia sulla domanda effettiva. Il risultato è chiaro: prezzi a picco, regioni storiche che estirpano i vigneti in un chiaro tentativo di riposizionamento, sostentamento di chi lavora la terra a rischio. Le proteste, pare ovvio, continueranno.