A una manciata di chilometri più a nord il salario minimo si tiene abbondantemente vicino a una cifra che, nel nostro Stivale, è riservata a chi abita i piani più alti – circa cinquemila euro, a dire il vero. Nel corso delle ultime ore questa verità è emersa accompagnata dalla notizia che Aldi, nota catena di supermercati, voglia per l’appunto incrementare il compenso minimo dei propri dipendenti in Svizzera.
Notizia che inevitabilmente è stata a sua volta accompagnata da obbligati paragoni con gli stipendi dei dipendenti italiani, ma a onore del vero è bene notare che l’aumento proposto da Aldi – pur trattandosi a tutti gli effetti di un aumento – è decisamente marginale. Numeri alla mano, la catena di supermercati ha annunciato una crescita della massa salariale e dei premi del 2,4%, con ritocchi generalizzati dell’1% e uno stipendio minimo che si porta sui 4700 franchi complessivi – poco più dei 4646 attualmente in vigore.
Il caso Aldi e il salario minimo in Svizzera
Badate bene, il nostro commento non vuole certo sminuire l’impegno di Aldi, che a onore del vero – è la stessa azienda a volerlo sottolineare, con evidente e legittima fierezza – continua a pagare il salario minimo di gran lunga più alto del settore.
È però soprattutto interessante notare, al netto della novità in casa Aldi, la mole economica in gioco quando si parla di salario minimo in Svizzera. A onore del vero ci sembra giusto sottolineare che nel Paese Elvetico, proprio come nel nostro, non esiste un salario minimo valido riconosciuto in tutta la Confederazione; ma che di fatto esistono cantoni e comuni (o aziende, come in questo caso) che lo prevedono.
I cantoni di Neuchâtel, Ginevra, Giura e lo stesso Cantone Ticino, tanto per fare un esempio, prevedono tutti l’esistenza di un salario minimo: nell’ultimo della lista, dove di fatto lavorano decine di migliaia di frontalieri italiani, il compenso minimo si tiene sui venti franchi all’ora.
Ma torniamo a noi, e al caso specifico di Aldi. La decisione, come probabilmente alcuni di voi già avranno intuito, è legata al forte aumento del costo della vita – un fenomeno che naturalmente non riguarda solo la Svizzera. “I nostri collaboratori svolgono quotidianamente un lavoro eccellente e noi vogliamo premiare questo impegno” ha commentato a tal proposito Jérôme Meyer, direttore della filiale elvetica della catena in questione. “Naturalmente desideriamo garantire il loro benessere finanziario anche in tempi economicamente difficili”.