In Spagna vincono i rider: Glovo dovrà assumerli tutti

La Spagna è stato il primo Paese europeo ad adottare una legge che obbliga le aziende del delivery ad assumere i rider. Qualcuno, però, è in ritardo.

In Spagna vincono i rider: Glovo dovrà assumerli tutti

Nel 2021 la Spagna diventò il primo Paese dell’Unione Europea ad adottare un disegno di legge che obbligava le società di food delivery ad assumere come dipendenti tradizionali i rider. In altre parole, la Spagna è stata il primo Paese europeo a riconoscere diritti lavorativi di un certo rilievo ai nostri centauri del gusto. Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo il mare.

A settembre 2022 Glovo fu multata per 79 milioni di euro dal governo spagnolo perché non aveva ancora assunto i propri rider come dipendenti. L’azienda, in seguito all’entrata in vigore della legge, si era di fatto limitata a inquadrare coloro che consegnavano i pasti come liberi professionisti in un nuovo statuto che, a suo avviso, avrebbe dovuto rafforzare la loro autonomia. Complessivamente, le multe inflitte dal Ministero del Lavoro spagnolo hanno raggiunto i 205 milioni di euro.

La vittoria dei rider

Rider

Glovo ha presentato ricorso contro le multe, sostenendo che le violazioni citate dal Ministero del Lavoro siano avvenute prima dell’entrata in vigore della nuova legge. Con la stessa Commissione Europea che è tuttavia entrata in gioco per indagare sulle presunte violazioni dei diritti dei lavoratori, però, l’azienda ha infine deciso di passare da un modello freelance a uno di occupazione regolare.

Chi controlla che gli zaini dei rider siano puliti? Chi controlla che gli zaini dei rider siano puliti?

Il cambiamento è pressoché epocale, se consideriamo il suo potenziale impatto sul settore di riferimento. Glovo, così come i suoi “colleghi”, dovrà pagare ai rider contributi, congedi per malattia e garantire loro un certo grado di protezione contro la minaccia del licenziamento.

Il mosaico della questione rider, in ogni caso, rimane ancora più torbido e complesso. Ci chiediamo, ad esempio, se un contratto regolare possa essere uno scudo abbastanza saldo da proteggere i rider da sistemi già definiti discriminatori come il cosiddetto “punteggio di eccellenza” usato da Foodinho (gruppo Glovo); o ancora dalle sanzioni inflitte dall’algoritmo a coloro che non riescono a tenere il passo di Tadej Pogačar.

Ma non divaghiamo, e torniamo al contesto spagnolo. Un’ultima nota: il mercato del delivery locale è dominato da Glovo, Uber Eats e Just Eat: quest’ultimo, che ha iniziato ad assumere i propri collaboratori in seguito all’entrata in vigore della cosiddetta “legge rider”, ha intentato una causa contro Glovo accusandola di “concorrenza sleale” e chiedendo 295 milioni di euro di danni.