In Sicilia l’acqua è razionata, ma per Coldiretti la priorità è il fieno per le mucche

La Sicilia continua a lottare con la siccità avviando un piano di razionamento dell'acqua. Coldiretti, intanto, rumoreggia per il fieno.

In Sicilia l’acqua è razionata, ma per Coldiretti la priorità è il fieno per le mucche

La Sicilia è sempre più strozzata dal cappio della siccità. La gravità della situazione, i nostri lettori più attenti lo ricorderanno bene, è nota da mesi: già dagli inizi di aprile si parlava di precipitazioni pressoché nulle, di animali che pascolavano tra le polvere, di un cielo ampio e spietato che bruciava campi e colture. Negli scorsi mesi la Regione ha dichiarato lo stato di emergenza per la grave siccità e, contestualmente, ha approvato un piano di razionamento dell‘acqua che arriva a coinvolgere circa un milione di persone.

La formula, se così vogliamo definirla, è tanto semplice quanto brutale: niente acqua, niente vita. E badate bene, in Sicilia l’acqua non la si vede da mesi: secondo le stesse autorità locali “il 2023 è stato il quarto anno consecutivo con precipitazioni al di sotto della media storica di lungo periodo e anche i primi mesi di quest’anno, caratterizzati da temperature più alte e scarsità di piogge, hanno confermato finora questa tendenza”.

Siccità e fieno: le priorità secondo Coldiretti

allevamento

A esacerbare una situazione già evidentemente drammatica potremmo poi valutare i dati inerenti alla portata attuale degli invasi regionali (notoriamente afflitti da gravi problemi infrastrutturali che si ripercuotono sull’intera rete idrica, notate bene): a marzo 2024 i dati ANBI indicano che in diversi invasi destinati all’uso potabile manca oltre il 90% dell’acqua; mentre i dati dell’Autorità di Distretto siciliana parlano di 299 milioni di metri cubi d’acqua invasata, cioè il 30% della potenzialità. Numeri alla mano, si tratta del valore più basso da 14 anni a questa parte.

Secondo Lollobrigida “la siccità ha colpito il Sud, per fortuna” Secondo Lollobrigida “la siccità ha colpito il Sud, per fortuna”

Questo, in poche e sintetiche parole, è il contesto siciliano da cui si alza l’appello della divisione regionale di Coldiretti: “Sfamare subito gli animali”. Un poco di contesto: il Presidente della Regione, Renato Schifani, intenderebbe far arrivare il fieno agli allevatori non direttamente ma attraverso le organizzazioni di categoria. Il fronte gialloverde non ci sta: “Va trovata una diversa soluzione che garantisca l’arrivo del sostentamento senza altre carte e passaggi burocratici. Si deve cambiare rotta e comprendere il bisogno degli agricoltori”.

Ora, badate bene: il nostro non vuole essere benaltrismo. Semplicemente, però, abbiamo l’impressione che se a fronte di una crisi idrica grave come quella descritta nelle righe precedenti le contestazioni coldirettiane continuino a rimanere ostinatamente a vantaggio degli allevamenti, vere e proprie spugne di risorse idriche evidentemente preziose, allora uscirne potrebbe diventare davvero difficile. È comprensibile che Coldiretti voglia difendere il proprio comparto: sbarrare la strada a un cambiamento che si sta profilando sempre più come necessario e inevitabile, però, è un comportamento che rischia di rivelarsi sempre più controproducente.