In lattina o alla spina? “This is not Prosecco”: il Consorzio lancia una campagna in UK

"This is not Prosecco": il Consorzio di tutela ha sistemato più di 800 manifesti con l'idea di tutelare (ed educare) i consumatori d'Oltremanica.

In lattina o alla spina? “This is not Prosecco”: il Consorzio lancia una campagna in UK

Esce da uno spillatore o è contenuto in una lattina? Ci spiace, allora non è Prosecco (o non ancora, perlomeno: chissà che magari un giorno alcune etichette della bollicina veneta non si trovino a vestire un abito di latta, per compiacere il futuro? Disciplinare permettendo, beninteso): a dirlo è lo stesso Consorzio di tutela, che nel mese di dicembre ha dato il via a una campagna dall’altra parte della Manica – e a Londra più in particolare – per educare, difendere, puntualizzare.

Il claim è eloquente come non mai: “This is not Prosecco“, “Questo non è Prosecco”, campeggiante in caratteri cubitali affiancati al becco di uno spillatore o alle forme tondeggianti di una lattina o a qualsiasi altra soluzione che promette di erogare la bolla del Triveneto.

Il Consorzio si difende in quel d’Oltremanica

prosecco

Parole semplici e immediate, per l’appunto – così come semplice o immediato (o più banalmente “intuibile”, ecco) è l’obiettivo di tale campagna: tutelare il consumatore e al contempo educarlo, ricordando che il Prosecco si può vendere solamente in bottiglia; cogliendo l’occasione per assestare una sana spallata a quei tentativi di imitazione che si appoggiano maliziosamente alla popolarità e alla vendibilità del vino in questione.

La lotta del “Prosecco” che vuole distinguersi dal Prosecco La lotta del “Prosecco” che vuole distinguersi dal Prosecco

D’altro canto è bene notare che, al di là degli evidenti interessi economici, c’è in ballo anche e soprattutto la reputazione e l’immagine del Prosecco (che d’altronde diciamoci la verità: al netto di quanto accennato tra parentesi in apertura di articolo, l’abito in vetro è e con ogni probabilità sarà sempre più affascinante di quello in latta), che rischia di rimanere inevitabilmente annacquata da tentativi di imitazione più o meno grossolani.

Numeri alla mano, la campagna “This is not Prosecco” ha portato all’affissione di 880 manifesti con particolare attenzione alla metropolitana londinese.  È eloquente il claim, come abbiamo visto, ma sono state eloquenti anche le parole del direttore del Consorzio Luca Giavi: “Alla spina non esiste alcun Prosecco” ha spiegato. “Quest’idea nasce da una mancanza di conoscenza e consapevolezza sia degli operatori del settore sia dei consumatori. La vendita di vino frizzante alla spina si può fare ma non può essere chiamato Prosecco”.

Gli fa eco Stefano Zanette, presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco DOC: “È importante sapere che il Prosecco può essere venduto esclusivamente in bottiglia e che la vendita alla spina di vino denominato Prosecco è un atto fraudolento” ha commentato. “L’impegno del Consorzio, considerando la crescente gravità del problema nel Regno Unito, sarà sempre più determinato nei prossimi mesi, per garantire ai consumatori inglesi che quando ordinano Prosecco sia servito il Prosecco DOC”.