Da eroe nazionale a fonte di vergogna, da nascondere e rimuovere dagli scaffali. Il whisky e le altre bevande forti (un tempo, almeno) del nome di Conor McGregor stanno sparendo dai pub, dai punti vendita e dai supermercati di tutta l’Irlanda. La parola d’ordine? Boicottaggio. Ma che è successo?
Tocca fare un piccolo salto temporale all’indietro. Il calendario segna dicembre 2018: Nikita Hand, oggi 35 anni, viene violentata da McGregor in un hotel nella capitale irlandese. Sei anni più tardi, nel novembre del 2024, il tribunale civile di Dublino accoglie la sua causa e ordina un risarcimento di 250 mila euro circa. McGregor ha fatto sapere che farà appello; ma non è questo il punto.
Le conseguenze della sentenza
Cliona Saidlear, direttrice esecutiva di Rape Crisis Network Ireland, ha chiesto il boicottaggio dei prodotti associati a McGregor: “Devono smettere di promuoverlo e prendere le distanze”, ha spiegato. “250 mila euro non intaccheranno le sue finanze, ma i consumatori possono fare sentire la propria voce esprimendo disapprovazione verso chi cerca di fare soldi con un uomo colpevole di violenze sessuali”. Le conseguenze sono state pressoché immediate.
Asda, uno dei principali retailer d’Oltremanica, ha già confermato di avere rimosso il marchio Forged Irish Stout – birra scura nel portafoglio di McGregor, per l’appunto – dai propri negozi e dallo shop online, e di “aver informato il fornitore di questa decisione”. JD Wetherspoon, una delle principali catene di pub del Regno Unito, ha fatto lo stesso. E non è tutto.
La DAA, società che gestisce gli aeroporti di Dublino e Cork, ha annunciato di avere rimosso i marchi Forged Irish Stout e Proper No. Twelve – il whisky di McGregor – dagli scaffali di entrambe le strutture. E la lista, l’avrete intuito, è ancora lunga: i pub di casa O’Briens, distributori di alto profilo come Barry Group, colossi del calibro di Tesco.
Entrambi i marchi in questione sono stati fondati dallo stesso McGregor, ma il suo whisky fu acquisito da Proximo Spirits nel 2021 in un accordo dal valore stimato di circa 600 milioni di dollari. McGregor ha comunque mantenuto la sua posizione come azionista del marchio, e com’è ovvio è stato ampiamente “utilizzato” nelle operazioni di marketing. Vedremo se sarà ancora così.