Dall’altra parte delle Alpi “vino” è una parola che scotta. Un po’ perché, come d’altro canto capita anche dalle nostre parti, è una questione che per cultura e storia si avvicina ai connotati della ragion di stato, e un po’ perché tira un brutto vento. Chiaro, parlare di crisi è (forse ancora) esagerato, ma i tasselli che cominciano a formare un mosaico di più o meno chiara difficoltà sono molteplici: da Bordeaux, dove si estirpano migliaia di ettari di vigneti; ai dati inerenti i consumi, che continuano a vacillare.
Lo ripetiamo per chi si fosse seduto in fondo – non perdiamoci in allarmismi, che la crisi con la “C” maiuscola ha un altro aspetto, e a onore del vero è bene notare che il palinsesto propone anche notizie buone (come la Borgogna che parla di una vendemmia superiore a ogni aspettativa). Ignorare i sintomi, tuttavia, spesso porta a scontrarsi con problemi ancora più caustici – motivo per cui le autorità competenti sono già alla ricerca di potenziali soluzioni. Una di queste è di applicare uno sconto sulle tasse per i ristoranti che promuovono i vini locali.
Dalla cantina alla tavola: uno stimolo economico per alzare i consumi
Stando a quanto riportato da Vitisphere, giornale d’Oltralpe dedicato al mondo vitivinicolo, la proposta arriverebbe dal Sud della Francia – anche se a onore del vero pare forte di una replicabilità che la renderebbe facilmente applicabile anche altrove, compreso il nostro caro e vecchio Stivale.
L’idea, come accennato appena una manciata di righe fa, è davvero semplice – applicare uno sconto sconto sulla tassazione per quei ristoranti che promuovono i vini locali -, ed è stata presentata attraverso una lettera formale ai sindaci dal Dipartimento dell’Hérault direttamente da Jérôme Despey, presidente della Camera dell’Agricoltura dell’Hérault, e André Deljarry, presidente della Camera di Commercio e dell’Industria.
Il contenuto della lettera è più che eloquente: “Il settore vitivinicolo sta attraversando una crisi strutturale” si legge “indotta in particolare da un forte calo del consumo di vino in Francia, con acquisti meno frequenti e in quantità minori”.
L’invito è fondamentalmente quello di ridurre la cosiddetta “tassa della terrazza”, in modo tale da offrire un incentivo a coloro che scelgono di sostenere i viticoltori della Linguadoce e promuovere i vini del territorio, bianchi, rossi o rosati che siano. “La lettera è stata inviata ai 342 Comuni dell’Hérault” ha spiegato Despey “per chiedere l’esenzione dall’imposta sui ristoranti purché siano valorizzati i vini della regione”.