La Cina non compra made in Italy. La popolazione del gigante asiatico ha comprato il 30% dei vini online, ma tra questi non compaiono etichette italiane. Nelle esportazioni enoiche dominano Australia, Francia e Cile, ragion per cui l’Italia deve cercare di recuperare terreno di fronte a uno dei primi consumatori al mondo.
Il Belpaese non compare tra le preferenze dei 50 top retailer del paese asiatico, analizzate dalla società specializzata MiBD. Se tra i marchi spiccano giganti come Penfolds, Concha y Toro, Wolf Basse, Casella e Domaines Baron de Rothschild, davanti a nomi come Jacob’s Creek, Chateau Lafite Rothschild, Chateau Beychevelle, Chateau Cantemerle, Chateau D’aussieres, Bodegas Torres, Chateau Latour, Chateau Haut-Brion, Great Wall e Los Vascos, tutti presenti almeno nel 40% dei cataloghi, ad attirare ancora più attenzione è la totale assenza dello Stivale dalla top 15 anche tra le denominazioni ed i territori di origine, con al vertice il Cile con la Central Valley, poi Bordeaux e l’Australia con la South Australia, e poi Medoc, Vin de France, Bordeaux Superieur, California, Pay d’Oc Igp (ancora dalla Francia), Mendoza, Rioja, Colchagua Valley, Maipo Valley Haut-Medoc, Barossa Valley e Languedoc.
Si tratta di un dato che fa riflettere su quanto ancora ci sia da fare per accrescere la nomea del vino italiano e dei suoi territori nel mercato cinese, nonostante il susseguirsi di fiere e istituzioni che negli anni si sono impegnate in tal senso.
Fonte: [Winenews]