Facile come bere un caffè? Insomma: va ripensata questa frase, specie dopo la trovata di un bar cinese a Fuzhou, capitale della provincia del Fujian a sud-est del continente. Il Gushi Cliff Coffee offre un pacchetto completo a prova di adrenalina, e di portafoglio. 56 dollari per un caffè di (ci auguriamo) qualità dopo un’arrampicata di 130 metri sul precipizio di una scogliera. E video maker al seguito: perché, di questi tempi, se non l’hai filmato o fotografato non è mai successo.
L’esperienza
Il Gushi Cliff Coffee è un’idea di Xue Ke che, prima di improvvisarsi barista, è un climber professionista. Il suo “locale” infatti si trova a 130 metri di altezza su una scogliera gigantesca. Si tratta in sostanza di una striminzita piattaforma sospesa nel vuoto, un salto di 70 metri nel Mar Cinese Meridionale. Per raggiungerla ci si deve arrampicare su una via ferrata, percorso che in media dura mezz’ora. Una volta raggiunta la cima, i visitatori (circa 400 a settimana) possono finalmente sorseggiare il caffè, che nel frattempo è diventato virale.
Un po’ per il vertiginoso (è proprio il caso di dirlo) prezzo: 398 yuan corrispondenti a circa 56 dollari. E naturalmente per foto e video che si stanno rapidamente moltiplicando sui social cinesi. Il pacchetto infatti comprende assicurazione, tenuta tecnica da arrampicata, guida, caffè e un’esperienza filmica “unica”. Telefoni alla mano e droni al volante, gli impavidi avventori si sono fatti immortalare nelle situazioni più disparate. Dal semplice brindisi a proposte di matrimonio, feste di compleanno e comparsate di Batman e Spiderman.
Il caffè di Gushi Cliff Coffee
Ma cos’ha di speciale questo caffè? Tutto e niente. Molto probabilmente a fare la differenza è ciò che ci gira intorno piuttosto che il contenuto della tazzina stessa. Anzi, a essere precisi si tratta di un thermos. Sì esatto, proprio lo stesso dove versate il solubile da mezzo litro come complemento di rinforzo al picnic o gita in montagna. Perché, cos’altro vi aspettavate?
La guida/barista ha già il suo bel da fare tra imbracare, direzionare, fotografare i clienti. Ci mancava solo il servizio buono al seguito, figuriamoci il drip coffee monorigine a estrazione lenta e controllata. Suvvia, qua si paga la photo opportunity, ci perdoneranno gli intenditori di specialty coffee. Non è il caffè a costare caro: è il “valore emozionale” e soprattutto la sua perpetua memoria in comodo formato digitale. Se poi è buono tanto meglio, ma concedeteci il beneficio del dubbio.