In Arabia Saudita ha aperto il primo negozio di alcolici

In Arabia Saudita ha aperto il primo negozio di alcolici: diamoci un'occhiata.

In Arabia Saudita ha aperto il primo negozio di alcolici

Un minimo grado di liberalizzazione che legge anche e soprattutto come un tentativo di ammorbidire la reputazione e rendersi più appetibile ai turisti occidentali. Che c’è, siamo troppo cinici? Eppure converrete che l’apertura di un negozio di alcolici in quel di Riyadh, capitale dell’Arabia Saudita, è un’operazione che tematicamente rema in una direzione inequivocabile – quella di avviare una sorta di riconfigurazione verso un fiorente centro turistico e commerciale.

Facciamo un poco di ordine, prima di buttarci nella cosiddetta “ciccia”: la notizia è di fatto stata “spifferata” da “un diplomatico”, stando a quanto lasciato trapelare dai colleghi di Euronews, che per ovvie ragioni di sicurezza ha preferito mantenere l’anonimato. È bene notare che il punto vendita in questione sorge nel quartiere diplomatico di Riyadh, e sarà aperto solo ed esclusivamente per altri diplomatici non musulmani.

L’Arabia Saudita verso l’occidentalizzazione? Sì e no

barman che versa un alcolico in un jigger

D’altro canto è giusto tenere a mente che l’Arabia Saudita ospita di fatto uno dei luoghi più sacri dell’Islam, e che da queste parti il consumo di alcolici è – comprensibilmente e legittimamente, beninteso – un argomento delicato. Non ci sorprende, in altre parole, la lista di “restrizioni” a cui i clienti del punto vendita in questione dovranno obbligatoriamente sottostare.

Alain Ducasse apre in Arabia Saudita il primo “Oasis-to-table” Alain Ducasse apre in Arabia Saudita il primo “Oasis-to-table”

Partiamo con il valutare l’offerta: stando a quanto lasciato trapelare il primo negozio di alcolici in Arabia Saudita metterà a disposizione dei propri clienti dei liquori, del vino e – al momento – appena due tipi di birra. I potenziali clienti dovranno necessariamente mostrare al personale i propri documenti che li identificano come diplomatici, e pare che i telefoni cellulari personali dovranno essere riposti in apposite custodie per poi essere recuperati al momento dei saluti.

La lettura che possiamo ricavare da questa particolare restrizione è che le autorità governative dell’Arabia Saudita non vogliano che la vetrina internettiana prenda a popolarsi di foto e video registrati all’interno. Pare, per di più, che ogni singolo cliente disporrà di una quota mensile spendibile nel negozio in questione.

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Non ci sono stati commenti ufficiali da parte delle autorità saudite in merito all’apertura del negozio; ma fonti anonime hanno descritto la mossa come “un piccolo passo verso l’apertura finale delle vendite di alcolici ai non musulmani in Arabia Saudita, negli hotel e in altri locali”. Si potrebbe allo stesso tempo ipotizzare che l’apertura di un punto vendita – che per il bene della semplicità potremmo immaginare come una sorta di esclusivo negozio duty-free in un grande aeroporto internazionale – possa essere un tentativo di reprimere il contrabbando di alcolici nel Paese: secondo la legge saudita, gli stranieri sorpresi a bere alcolici possono essere deportati, mentre i cittadini possono essere imprigionati o addirittura fustigati pubblicamente.