Il “vino” più dolce al mondo viene servito con un cucchiaino, e costa oltre 200 euro al “sorso”

Il "vino" più dolce al mondo è un Tokaji ungherese che dovrebbe essere servito con un cucchiaino: ogni "sorso" può costare centinaia di euro.

Il “vino” più dolce al mondo viene servito con un cucchiaino, e costa oltre 200 euro al “sorso”

Dire “un goccio di vino” non è mai stato così appropriato. Il Tokaji, celebre produzione ungherese, è un vino dolce che si ottiene “alterando” le uve e permettendo che vengano attaccate dalla muffa nobile, con la vendemmia che tradizionalmente avviene nei mesi di dicembre o gennaio: nelle ultime settimane è stato presentato al pubblico il Tokaji Essencia, noto anche come il “vino” (vedremo più avanti il motivo delle virgolette) più dolce al mondo grazie ai suoi 535 g/l di zucchero residuo (una quantità che, numeri alla mano, lo classifica come cinque volte superiore a una comune lattina di Coca Cola e quattro volte a una bottiglia di Château d’Yquem, l’altrettanto celebre vino dolce di Sauternes). L’aspetto più particolare di questa produzione, tuttavia, è la modalità di consumo: si tratta di un vino così prezioso che dovrebbe essere servito da un cucchiaino, con un singolo “sorso” che può arrivare a costare oltre 200 euro.

“Un calice di vino? Facciamo un bonifico, signore?”

vigna

Come potrete immaginare la produzione di Tokaji Essencia si limita a piccolissime quantità, con appena una manciata di produttori che scelgono di cimentarsi. L’etichetta in questione appartiene a Royal Tokaji, considerabile come il più premiato e famoso produttore di Tokaji ungheresi, e proviene dalla vendemmia dell’ormai lontano 2016. Interessante notare, rimanendo in questo contesto, che quella in questione è appena l’ottava annata rilasciata dal produttore negli ultimi trent’anni, con l’ultima in ordine cronologico risalente addirittura al 2009.

Il vino non va servito a temperatura ambiente. Nemmeno se è rosso. Il vino non va servito a temperatura ambiente. Nemmeno se è rosso.

Come accennato in apertura di articolo il metodo di servizio (e di consumo, naturalmente) vede l’utilizzo di un apposito cucchiaino di cristallo, addirittura normalmente compreso nella confezione qualora si decidesse di acquistare la bottiglia. Incontrandolo nella carta dei vini di un ristorante, invece, scoprirete che la dicitura di servizio dice per l’appunto “al cucchiaio” anziché il più tradizionale “al calice” o “alla bottiglia”, con prezzi che, nel caso di alcune annate, si tengono sui 300 euro per 50 millilitri. Appena da bagnarsi le labbra, insomma.

Stando a quanto dichiarato da Charlie Mount, amministratore delegato di Royal Tokaji, ogni cucchiaino di Essencia contiene una media di 746 acini d’uva. Numeri alla mano, considerando il sopracitato metodo di produzione, sono necessari circa 40 chilogrammi d’uva per realizzare una bottiglia da 37,5 cl di Essencia. Quel che è ancora più interessante, il volume alcolico rimane così basso – la vendemmia 2016 fa registrare appena un 1,9% gradi – che, se volessimo mettere i puntini sulle i, potremmo persino rifiutarci di considerare l’Essencia un vero e proprio vino.

La vendemmia 2016 del “vino” più dolce al mondo farà il suo debutto nei prossimi giorni: ci saranno solamente 2300 bottiglie da 37,5 cl disponibili in tutto il mondo; ma bevendone un cucchiaino alla volta dovrebbero bastare fino alla prossima produzione.