A quanto pare si parla parecchio di un vino italiano all’estero. Il che è cosa buona e giusta se non fosse che il vino di cui si parla è il vino di Hitler, quello prodotto da un’azienda vinicola italiana e che riporta in etichetta le immagini di Hitler (e Mussolini). Tecnicamente l’anno scorso era stato imposto lo stop alla produzione di tali bottiglie, ma, in qualche modo, circolano ancora e, proprio di recente, hanno messo nei guai un politico tedesco.
Ma che ci fa ancora in giro il vino di Hitler?
Il politico in questione è Daniel Halemba, 22 anni, di estrema destra e facente parte del partito Alternativa per la Germania (AfD), da poco eletto in Baviera. Ebbene: a seguito di un’indagine Halemba è stato arrestato lunedì scorso con l’accusa di possesso di libri nazisti, armi e oggetti appartenenti alle SS e anche foto di persone che bevevano il suddetto vino di Hitler.
Secondo l’accusa, alcune foto mostrano membri della confraternita Teutonia Praga, di cui Halemba è membro, mentre bevono da queste bottiglie provenienti dal piccolo produttore Vini Lunardelli, con sede in Friuli Venezia Giulia.
Questa azienda vinicola è diventata nota perché dalla metà degli anni Novanta vende vini con etichette a tema dittatori, fra cui Hitler, Mussolini, il generale Franco, Stalin e Lenin. Il pubblico ministero non ha ancora dihiarato se la bottiglia di vino fosse di proprietà di Halemba o se appartenesse ad altri.
Comunque sia, anche la stampa estera ha ricordato che non è la prima volta che questa gamma di vini suscita delle polemiche. La Fondazione per l’Olocausto, il Centro Simon Wiesenthal, da tempo ha esortato le persone a boicottare questi vini. E anche il governo tedesco ha denunciato questo vino, sin dal 1997.
La cosa interessante è che The Drink Business ha spiegato che questa gamma di vini sulle cui etichette campeggiano frasi come “Mein Fuhrer”, “Sieg Heil” e “Ein Volk, Ein Reich, Ein Fuhrer”, con tanto di immagini di Hitler, sono disponibili in più di 50 negozi in tutta Italia. E qui arriva la chicca di The Drink Business che sostiene che in Italia “la vendita di prodotti con immagini fasciste è per lo più legale”. Ehm no, non proprio. In realtà abbiamo nel codice penale il reato di “apologia del fascismo”, solo che al momento c’è un piccolo vuoto normativo che non estende tale reato alla vendita e promozione di gadget e prodotti a tema fascista (anche se da più parti è stata chiesta tale estensione del reato).
Comunque sia, dal canto suo l’azienda Vini Lunardelli ha sempre sostenuto che i suoi vini non hanno alcuna finalità politica, ma vogliono essere solo un modo per ricordare la storia. E proprio l’anno scorso l’enologo Andrea Lunardelli, a seguito dell’ennesima polemica per la vendita di tali bottiglie, ecco che si era tolto un sassolino dalla scarpa ricordando a tutti che, sfortunatamente, l’etichetta della linea storica più richiesta era quella di Hitler e che tale etichetta, guarda caso, era richiesta soprattutto dai tedeschi (ma anche da inglesi, francesi e russi). E aveva sottolineato come nessun italiano richiedesse Hitler.
Comunque sia, Lunardelli l’anno scorso aveva spiegato che avrebbe interrotto questa linea di etichette storiche nel momento in cui fosse subentrato al padre alla guida dell’azienda, visto che era stufo di tutte queste continue polemiche e che la linea storica non gli piaceva. Probabilmente non deve essere ancora subentrato al padre perché nello store del sito dell’azienda tali etichette sono ancora presenti. O forse devono solo finire le scorte di magazzino.