Il vino di Bruno Vespa è venduto sui Frecciarossa, e c’è chi sospetta la “raccomandazione”

Il vino di Bruno Vespa viene venduto sui Frecciarossa: il giornalista di casa Rai si difende, ma il giallo della "raccomandazione" rimane.

Il vino di Bruno Vespa è venduto sui Frecciarossa, e c’è chi sospetta la “raccomandazione”

La vicenda è piuttosto semplice: un lettore de La Repubblica ha segnalato al giornale che il vino che Bruno Vespa produce nella sua masseria in Puglia – l’eloquentissima Vespa Vignaioli – viene di fatto venduto sui treni Frecciarossa. Scoppia il caso, e immediatamente si fa strada il pruriginoso sospetto della raccomandazione.

Tutto qui? Sì e no – la segnalazione del nostro anonimo lettore mascherato è stata ripresa dal cronista Francesco Merlo, e lo stesso Bruno Vespa, ormai evidentemente trascinato nel frenetico vortice tipico della polemica, ha ritenuto opportuno formulato una replica. Bando agli indugi, dunque: diamo un’occhiata al caso.

Bruno Vespa, “l’intervistatore seriale di Meloni”

vino

Primo atto: il vino sul treno, per l’appunto. “Sul Frecciarossa Milano-Ancona, alla carrozza bar” si legge nella segnalazione di cui sopra “ho chiesto che vino avessero e mi hanno mostrato quattro mezze bottiglie diverse fra cui ‘Il Bruno’, Primitivo del Salento dell’azienda di Bruno Vespa. Certo, deve essere proprio buono il vino vispo per venire selezionato, fra tanti possibili, nell’offerta del bar di Trenitalia”.

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Il dubbio è legittimo, chiaramente. A renderlo quel tanto più caustico, per così dire, è che, tra tutti i produttori di vino del nostro caro e vecchio Stivale, a “prendere posto” su di una partecipata come Trenitalia sia stato scelto quello di un presentatore di punta della Rai.

È stato puntuale, come anticipato, il cronista Francesco Merlo nel sottolineare tali dubbi, alimentando di fatto la polemica e descrivendo lo stesso Bruno Vespa come “l’intervistatore seriale di Meloni“. La replica del presentatore non si è fatta attendere, e si appella alla vecchia legge dei turni a rotazione: “Il vino che porta il mio nome compare sui Frecciarossa ogni tanto e a rotazione con decine di altre cantine dalla fine dello scorso decennio (quindi da molti governi fa)”, ha spiegato Vespa.

Il vino di casa Vespa Vignaioli, continua il presentatore, “fu a suo tempo apprezzato da Elior, la società che cura il catering di questo tipo di treni. E deve essere piuttosto apprezzato visto che venerdì scorso rientrando da Verona ho dovuto dividere con un amico l’ultima piccola bottiglia”.

Merlo riconosce quel che è evidente: Vespa non è ovviamente stato inventato dal governo Meloni. Allo stesso tempo, però, tra tutti, è proprio ” il governo Meloni che ne fa un uso davvero intensivo, persino più dei governi Berlusconi” spiega il giornalista. “Vespa è l’intervistatore seriale di Giorgia Meloni in Rai. Il logo della masseria Li Reni Vespa, che produce anche quel vino venduto adesso sui treni di Stato, splendeva dietro Giorgia Meloni che, da lì, dove soggiornava con ben otto ministri, attaccava la politica di Elly Schlein“.

I nostri lettori più attenti ricorderanno che non si tratta della prima volta che il vino di Bruno Vespa finisce in quella che, senza mezze misure, potremmo un po’ definire una situazione che stride: un paio di mesetti fa circa, durante l’ultima puntata di Porta a Porta, il conduttore aveva infatti preso a discutere del futuro del vino assieme a Riccardo Cotarella, famoso enologo di fama internazionale. Conduttore che, per l’appunto, è anche produttore di vini; e che parla di vino sulla televisione pubblica assieme al proprio enologo: non notate un certo conflitto di interessi?